IL TIFO TRA APPARTENENZA E SCARAMANZIA
Fra le tante novità introdotte dalla gestione Mirri – Di Piazza ce n’è stata una che ha fatto discutere: l’apposizione allo stadio, in favore degli abbonati, di una targa segnaposto recante il proprio nome, cognome e numero di abbonamento.
ENTUSIASMO SOCIAL
L’entusiasmo della prima volta non si è fatto attendere e, durante la prima gara casalinga
della stagione, dalla tribuna alle curve dello stadio, passando per la gradinata, è stato un proliferare di foto da mostrare nei social come un trofeo.
EFFETTO BOOMERANG
Naturalmente, però, la reazione del palermitano non si è fatta attendere e così sotto quelle
foto così gioiose è stato un dilagare di commenti, diciamo così, vagamente “noir”.
LE BATTUTE SCONTATE…
Immagine della targa con nome e cognome in primo piano e via con gli sfottò. Si va dai laconici “R.I.P.” (riposa in pace, ndr), al sempre verde “Sono sempre i migliori che se vanno”, passando per i più iconici ma incisivi “cci manca ‘u luminu” o “mancanu i ciuri”.
…E I TOCCHI DI CLASSE
Sì, la classe. Perché il genio e l’intelligenza che si celano dietro una battuta ben riuscita sono equiparabili ad una rovesciata a tempo scaduto, ad una punizione a giro sulla barriera, ad un assist no-look. Perché chi ha scritto “Se la partita è un mortorio sei a posto!” o “Peccato che giocavamo contro il S.Tommaso. Fosse stato il Sant’Orsola sarebbe stato il massimo!” merita applausi a scena aperta.
QUALI PROSPETTIVE?
L’importante sarà far capire al tifoso palermitano il corretto utilizzo della propria targa.
Scommettiamo? Ci sarà chi – vistosi intestare quello spazio – penserà a soluzioni su come poterlo arredare, chi proverà a trasferirvi la propria residenza e addirittura chi penserà si possa verandare la propria area per farla franca in caso di pioggia. Veranda abusiva, manco a dirlo, ma condonabile.