Domenica 3 novembre, il Palermo alla ricerca della decima vittoria di fila giocherà in casa alle 14.30 contro il Corigliano, squadra attualmente in autogestione.
L’AUTOGESTIONE PER I COMUNI MORTALI
Quando si parla di autogestione, alla mia generazione di quarantenni abbuccati torna sempre in mente il periodo scolastico delle occupazioni. Un periodo temporalmente sempre collocato a ridosso delle feste natalizie. Quello del “non ti preoccupare, mamma, guarda che andiamo a studiare!”, quello dell’abbordaggio selvaggio, dei primi accordi con la chitarra e delle prime sigarette.
L’AUTOGESTIONE A CORIGLIANO CALABRO
A Corigliano calabro, invece, se parli di autogestione stai parlando della locale squadra di calcio. La compagine calabrese sta, infatti, vivendo un momento drammatico dal punto di vista societario. Profonda crisi economica, dimissioni dell’intero consiglio di amministrazione e rescissione concessa ad alcuni giocatori. Lo step successivo? L’autogestione proclamata dalla vecchia guardia rimasta e dall’allenatore, mister De Sanzo.
L’AUTOGESTIONE A SAN PAOLO, IN BRASILE
E quando si parla di autogestione nel calcio c’è un esempio su tutti da ricordare: il Corinthians. Capitanata da quel fenomeno che era Socrates, il Dottore, la squadra di San Paolo mise in atto quella che fu definita la Democracia Corinthiana. Ogni decisione veniva presa con una votazione alla quale partecipava l’intero staff tecnico, un vero e proprio atto rivoluzionario. Soprattutto perché storicamente ci si trovava in un Brasile comandato dalla dittatura militare.
QUESTIONE DI MONEY
A Corigliano la cosa è un po’ meno romantica: mancano i piccioli, la vil pecunia, la lanna. Si parla di autotassazione per coprire le spese vive e si paventa addirittura l’impossibilità di effettuare la trasferta contro i rosanero, sebbene si tratti di una voce non confermata.
IL SAMBODROMO BARBERA
Corigliano e Corinthians, Calabria e Brasile. Due autogestioni per due squadre che per uno strano scherzo del destino iniziano entrambe per “Cori”. Il paragone assume i contorni del paradosso, è evidente. Anche perché nessun calciatore calabrese pare abbia mai avuto la saudade della nduja o della soppressata. Ma soprattutto perché il vero sambodromo sarà il Renzo Barbera di Palermo, laddove i rosanero vorranno ballare fin dal primo minuto per festeggiare l’eventuale decimo successo consecutivo, altro che Rio de Janeiro!
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