Data la probabile assenza di Mario Alberto Santana, causa infortunio, in vista del match contro il Corigliano Calabro, Luca Ficarrotta è pronto a scendere in campo da titolare. Ed è di oggi l’intervista della punta di origine palermitana rilasciata al quotidiano La Repubblica.
L’ESPERIENZA ALLE GIOVANILI DELLA JUVENTUS
Ficarrotta esordisce ricordando la sua esperienza a Torino, nelle giovanili della Juventus: “Ricordo i consigli che mi ha dato Alessandro Del Piero. Una persona molto umile che, quando ci beccavamo negli spogliatoi, salutava sempre e chiedeva come andasse. Noi delle giovanili ci allenavamo un paio di volte a settimana con la prima squadra”.
L’ESPERIENZA IN ROSANERO, SQUADRA DELLA SUA CITTÀ
La punta rosanero prosegue l’intervista parlando della sua esperienza in rosanero: “Spero di rimanere più a lungo con questa maglia. Sto bene, sono nella mia città. Ho 29 anni e credo di avere ancora altri sei, sette, al massimo, otto anni di carriera. Per questo vorrei proseguire con il Palermo il più possibile”.
RESPONSABILITÀ NEL VESTIRE LA MAGLIA DEL PALERMO
Sulla responsabilità di indossare la maglia della squadra della propria città, Ficarrota si esprime in questo modo: “Sto giocando poco e sento di non dare il contributo che vorrei. So che è pesante indossare la maglia del Palermo, per me che sono palermitano. In una squadra che deve vincere e che vince, però, sono aspetti normali. Chi non gioca deve attendere con pazienza la propria occasione. Io sogno solamente di indossare la maglia rosanero, nel mio stadio, davanti a 25 mila spettatori”.
RAPPORTO CON I TECNICI
Luca Ficarrotta spiega anche il motivo dell’appellativo di testa calda, soprattutto a causa del rapporto con i suoi allenatori: “Con gli allenatori non sono mai andato tanto d’accordo, spesso ci sono stati battibecchi. Ma è normale che un giocatore abbia un confronto con il proprio tecnico. Se ti grida in campo e tu rispondi non significa che per forza state litigando. Colui che mi ha insegnato più di tutti e Pippo Romano, avuto a Noto”.
TEMPO TRASCORSO TRA FAMIGLIA E PLAYSTATION
L’intervista si conclude con il racconto del tempo libero, passato in famiglia: “Dopo gli allenamenti le giornate le trascorro in maniera normale, pensando alla famiglia e stando a casa a giocare alla playstation. Mi piace stare con mia moglie e mio figlio Bryan, di cinque anni. In realtà, il suo nome all’anagrafe è Gaspare, come mio padre, ma tutti lo chiamano Bryan”.