La Messina calcistica ingoia l’ennesimo rospo: Acr nel caos

Quanto è difficile il mestiere del tifoso a Messina. L'ennesimo boccone amaro per i peloritani lo riserva l'Acr, dopo la disfatta nel derby privo dello staff dirigenziale.

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C’è un pallone incagliato tra gli scogli, in riva allo stretto sponda Messina. Mentre, proprio dirimpetto, la nemica Reggio Calabria gongola, godendosi le mirabilie di una Reggina capolista solitaria del campionato di serie C1. Si vive di ricordi, di vecchi fasti di un tempo che fu in terra peloritana. All’inizio furono Schillaci e Franco Scoglio a incendiare di passione quella piccola bombonera tra i palazzi chiamata Celeste.

TEMPI DI GLORIA IN RIVA ALLO STRETTO

Poi venne il tempo della gloria. Di Napoli, Zampagna, Amoruso e Aronica, tanto per citarne alcuni, sotto la guida di Bortolo Mutti, appena 15 anni fa fecero la storia. Promozione in A nella stagione 2003/2004, e successivo quanto sorprendente settimo posto l’anno seguente con qualificazione in Coppa Uefa sfiorata. Insomma, roba da far girare la testa al popolo giallorosso, infinitamente grato alla famiglia Franza che di lì a poco divenne causa di tutti i mali. Dal 2006/2007 il progressivo disfacimento di quel sogno durato troppo poco.

LA FINE DI UN SOGNO

Ultimo posto in classifica (in realtà il Messina era sprofondato in cadetteria l’anno prima, ma fu ripescato grazie alla retrocessione d’ufficio causa calciopoli della Juventus) e addio alla massima serie. L’anno seguente (2007-2008), in B, il requiem, con l’insostenibile peso debitorio che vanificò gli sforzi di una salvezza ottenuta sudando.

IL LABORATORIO DEGLI ORRORI

messina

Un decennio, da allora, senza pace per i tifosi messinesi, con la squadra del cuore che divenne laboratorio di continui esperimenti. Fusioni, passaggi di mano e piani industriali, più che al rilancio portarono a una stagnazione, nel calcio dilettantistico divenuta ormai endemica. Oggi, nella stessa quarta serie dominata lo scorso anno dal Bari spadroneggia il Palermo. E alle due realtà calcistiche della terza città siciliana non resta, ancora una volta, che stare a guardare. Proprio stavolta che, grazie agli investimenti di Pietro Sciotto e Rocco Arena, ai nastri di partenza Acr Messina ed Fc presentavano organici niente male.

TERREMOTO ACR

Anzi, a dirla tutta, se c’era un club che più dell’altro si pensava potesse essere in grado di impensierire i rosanero quello era proprio l’Acr. Partito in sordina, il team allenato dal tecnico Rando aveva pian piano scalato posizioni in classifica. Nessuna marcia trionfale, si badi, ma tanto quanto bastava per mettersi dietro i ragazzi di mister Costantino. Fino a ieri, giorno dell’attesa stracittadina che ha segnato un vero e proprio cataclisma sportivo in seno alla società. Troppo pesante da digerire, lo 0-3 interno rimediato al San Filippo (stadio in comune) ha sconquassato l’ambiente.

DIRIGENTI CONTRO GIOCATORI

“Questa non è la squadra che pensavamo di vedere. Chiediamo scusa alla città e ai tifosi per questo risultato vergognoso. Il presidente ha già parlato alla squadra negli spogliatoi e ha ribadito che siamo a un punto di non ritorno. Noi diciamo basta. Sono parole che forse demoralizzano la squadra, ma ormai non importa”. Queste le dure parole dell’a.d Paolo Nicola Sciotto a fine partita, cui sono seguite le clamorose dimissioni assieme allo staff, ai dirigenti e allo stesso Rando. Insomma, una situazione certamente in divenire ma che, in questo momento, segna l’ennesima sconfitta del calcio messinese.

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ORGOGLIOSO titolare, dal 2008 al 2016, dell'impresa di pulizie Agm Pulindo, appassionato del gioco del calcio, di cinema nonché divoratore di libri, inizia la sua carriera nel mondo della carta stampata nel 2003, curando la rubrica "Siamo tutti allenatori" per conto del mensile "La Notizia Sportiva". Nel 2008, l'iscrizione all'Ordine dei giornalisti coincise con l'inizio della collaborazione con il Giornale di Sicilia, quotidiano per il quale ha seguito per tante stagioni le sorti della Primavera del Palermo. Dopo avere collaborato per un periodo a Siciliainformazioni.com, la passione per il mondo dei vivai calcistici della sua città lo ha portato a scrivere per conto del "Quarto Tempo", apprezzato format diretto dall'amico Enzo Bonsangue, con il quale, nel 2014, ha curato la trasmissione televisiva "Quartarete" prodotta da Stadionews. Il sodalizio tra i due giornalisti è continuato fino alla conduzione, da sette anni, del format radiofonico "La Zanzarosa" dedicato al Palermo calcio. Oggi divide il suo tempo tra famiglia, lavoro e giornalismo, suo grande amore. Il suo motto? "Seguite la vostra vocazione ma fatelo in luoghi puliti".