Il 27 maggio del 2017 è una data che gli rimarrà scolpita nella memoria. Per Giulio Migliaccio infatti, dopo diciannove anni di onorata carriera trascorsi tra i rettangoli verdi dello stivale, giunse il tempo di appendere gli scarpini al chiodo. Fu per la precisione in occasione di un Atalanta-Chievo 1-0, gara alla quale, con la casacca della Dea prese parte da subentrato. Oggi, dopo avere superato l’esame a Coverciano, quel magnifico trattore di centrocampo, fortuna dei mister che lo hanno allenato è divenuto direttore sportivo.
BANDIERA DI ATALANTA E PALERMO
Non molte, rispetto a tanti suoi colleghi, le maglie cambiate nel corso delle stagioni dall’ex numero 8. Un motivo, probabilmente, da ricercare nel fatto che quel temibile colpitore di testa incarnava il modello ideale del calciatore destinato a divenire bandiera. Dici Giulio Migliaccio e le squadre che gli associ non possono che essere Atalanta e Palermo. 137 le gare giocate in nerazzurro in due diversi momenti del suo percorso (2005/2007 e 2013/2017), 158 quelle in maglia rosanero, ininterrottamente dal 2007 al 2012.
PRIMI PASSI NEL SAVOIA
Originario di Mugnano di Napoli, classe 81′, Migliaccio, che vanta anche 24 presenze in maglia viola (stagione 2012/2013), mosse in suoi primi passi nel Savoia. La prossima avversaria del Palermo il cui valore della rosa, alla vigilia dell’attuale campionato, si attestava proprio alle spalle del club rosanero. Certamente, per la squadra di Torre Annunziata un vanto, nonostante le presenze collezionate in maglia bianca siano state appena 10 in tutto.