L’undicesima giornata di campionato vedrà il Palermo di Rosario Pergolizzi (a punteggio pieno dopo dieci successi di fila) sfidare il Savoia, squadra che alla vigilia del campionato da tutti veniva accreditata come potenziale concorrente per la vittoria del girone. L’ultima volta che le due squadre si sono affrontate è stato in serie C1. Era l’11 marzo del 2001, 1 a 0 con gol al 90°. Abbiamo intervistato il match-winner di quella partita, il capitano, il leader indiscusso di quella squadra. Un uomo che è diventato un simbolo per il Palermo e che ancora oggi evoca nei tifosi ricordi fantastici: Massimiliano Cappioli, per tutti capitan Cappioli.
UN GOL CHE HA FATTO LA STORIA
Si trova in Indonesia, è mattina presto per lui, notte per noi. Paradossalmente è Cappioli che fa a noi la prima domanda. Allora come va sto’ Palermo, quante ne ha vinte? Giusto il tempo di aggiornarlo con classifica ed inseguitrici e subito gli chiediamo di Palermo – Savoia. Una partita scorbutica con un finale stupendo. Stiamo 0 a 0 a qualche secondo dalle fine e c’è un calcio d’angolo per noi lato tribuna. Qualcuno in area la spizza di testa, la palla arriva a me: stoppo, la metto giù e tiro di controbalzo. Pallone sul secondo palo, la Favorita che esplode e io che inizio a corre come ‘n matto. Mamma mia, che spettacolo!
UNA PROMOZIONE AL CARDIOPALMA
Due mesi dopo, dopo tanta sofferenza e tanta paura, siamo stati promossi in B, grazie anche alla contemporanea sconfitta del Messina. Ma noi quel campionato avremmo dovuto chiuderlo prima: abbiamo avuto la classica paura di vincere, il braccino del tennista. Forse la tensione, magari qualcuno non era abituato a stare in testa alla classifica… Ma io quel campionato avevo deciso che l’avrei vinto già durante il ritiro! Mi piaceva questa sfida: dopo tanta serie A e calcio ad alti livelli avevo deciso di rimettermi in discussione e Palermo era una piazza importante che mi permetteva di avere gli stimoli giusti. Tra l’altro la squadra era stata costruita proprio per vincere: io ero il capitano ma c’erano tanti ottimi giocatori. Su tutti spiccava Bombardini al quale ripetevo spesso “ma tu che cavolo ci fai in serie C!”, ma anche Brienza e Di Donato.
DOPO SENSI IL SILENZIO
Dopo un anno di B sono andato via in punta di piedi. C’era stato il passaggio societario da Sensi a Zamparini e nessuno della nuova società mi ha contattato, mai nessuno mi ha detto una parola. È stato un dispiacere perché ero amato dalla piazza e sarei rimasto anche con un ruolo diverso, magari nello staff tecnico.
LA FAVORITA? CHE EMOZIONE!
Tornare, infatti, è stata un’emozione fantastica. A Palermo mi vogliono veramente bene ed io sono rimasto molto legato alla città. Non ci ho pensato due volte ad accettare l’invito per l’amichevole di quest’estate, perché giocare alla Favorita (allora non si chiamava ancora Barbera) è un privilegio: è uno stadio che mette forza addosso e incute timore agli avversari.
CHIAMATE CAPPIOLI 5151
Il Savoia che ritorna anche come incubo. Sì, il Savoia è anche il ricordo più brutto che ho in maglia rosanero. Coincide con la bruttissima partita d’andata che abbiamo perso 5 a 1. Però, parlando di 5 a 1, mi viene in mente pure il ricordo più bello che ho con la maglia del Palermo (promozione a parte): il derby contro il Catania vinto proprio per 5 a 1 con una mia doppietta in una Favorita che era una bolgia. Poi diciamo che a me i derby danno sempre quella marcia in più: indimenticabile per me – romano e romanista dalla nascita – il gol con la maglia della Roma sotto la curva sud. Il massimo!
IL FALLIMENTO ROSANERO
Quando gli chiediamo del fallimento si incupisce. Poche parole, il dispiacere è evidente. Parlarne a lungo sarebbe solo rigirare il coltello nella piaga, più e più volte. Un brutto colpo, una delusione per tutti, ci dice con voce seria il capitano. Evidentemente sono stati commessi degli errori, ma una piazza come Palermo non può permettersi di giocare in Serie D: per potenzialità e tifoseria la A è la sua dimensione!
IL NUOVO CORSO
Partite del Palermo, purtroppo, non ne ho viste. Qui in Indonesia fanno vedere solo qualcosa della A, figuriamoci la serie D. Del nuovo Palermo conosco Santana – un grande giocatore, uno che ha fatto la serie A. Un grande professionista, si vede che ha ancora tanti stimoli – ma conosco anche Rosario Pergolizzi da quando eravamo giovanissimi e ci sfidavamo con le squadre giovanili. C’è anche un anello di congiunzione fra il mio Palermo e quello di oggi: il medico sociale Matracia. E poi c’è il presidente Mirri. L’ho conosciuto quest’estate, una bravissima persona, con le idee chiare. Vuole far bene, ci tiene. Vuol fare in modo che in poco tempo torniamo in serie B o A.
A PROPOSITO DI APPARTENENZA
“Torniamo”. Perché capitan Cappioli non ha mai abbandonato il Palermo e Palermo non ha mai dimenticato quel magnifico giocatore con la maglia numero 10, simbolo di una città che tornava finalmente a calcare palcoscenici importanti.