Per il dottore Maringhini il Palermo è una questione di “cuore”

Mario Oddo racconta la prima volta allo stadio di Giorgio Maringhini

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Che l’odierno ospite di questa rubrica risponda al requisito richiesto, quello di essere un grande tifoso rosanero, non occorre che lo scriva io ma fa fede la chiara foto certificazione, anche a prova che a tanta incrollabile fede calcistica è assicurata continuità generazionale. Una connotazione di cuore che si evidenzia doppia in Giorgio Maringhini, con cui con molto piacere mi intrattengo, in quanto alla “professione” di appassionato tifoso del Palermo, somma nella vita privata quella, ovviamente primaria, di noto e stimatissimo cardiologo presso l’Ospedale Ingrassia della nostra città.

maringhini
Giorgio Maringhini insieme al figlio

E quando si parla di cuore non possiamo non pensare a quello rosanero. Quest’ultimo è stato messo recentemente a durissima prova dai sistematici e ricorrenti colpi societari inferti al muscolo vitale – per la verità, anche al fegato – da ben identificati soggetti friulani e anglo/italiani.

BERCELLINO PRIMO IDOLO

Silvino Bercellino

“Si disputava il campionato 1968/69 – esordisce Giorgio, forzando e non di poco la sua memoria – quando molto piccolo ho assistito per la prima volta ad una partita del Palermo, allo stadio della Favorita. Si giocava in serie A la partita contro la Sampdoria che si concluse con la nostra vittoria per 1 a 0. Segnò Bercellino che di fatto divenne il mio primo idolo giovanile in maglia rosanero. Al goal per la gioia, un mio vicino di posto mi abbracciò e (rituale che si ripete spesso all’interno di questi ricordi, ndr) mi fece fare un bel volo verso l’alto“.

OCCHI PIENI E STOMACO VUOTO

“Era una domenica primaverile, – prosegue Giorgio, rivivendo volentieri lontani ma non dimenticati momenti – ero con la mia famiglia a casa di amici per uno di quei pranzi pallosi che cominciavano tardi e non finivano mai. Quando mi arrivò una voce, era quella di Marcello Grasso (fratello del senatore Pietro, ndr) che mi diceva se volevo andare con lui allo stadio. Non avevamo ancora iniziato a pranzare ma scappai digiuno. Mi fiondai nella sua macchina abbracciandolo forte forte. Per me era l’inizio di un incantesimo. Monte Pellegrino, il cielo, il prato verde, ero letteralmente in estasi. Tutto agli occhi mi apparve favoloso

Il titolo giusto per questa sequenza è “Dritto dritto verso Viale del Fante anche a panza vacante“.

QUATTRO GRANDI ALLENATORI

Fernando Veneranda

“Fra i tanti che in seguito si sono avvicendati alla guida tecnica del Palermo – evidenzia Giorgio – i nomi ai quali sono maggiormente legato sono quelli di Corrado Viciani, Fernando Veneranda, Francesco Guidolin e Delio Rossi. Scelgo loro perché nella conduzione tecnica degli organici a disposizione hanno avuto il merito di lasciare più il segno. Più impronta rispetto ad altri”.

LO STADIO COME LUOGO DI COMUNIONE

Profonda è la testuale riflessione con la quale il tifoso Maringhini, a chiusura del suo intervento in chiave amarcord, indica un aspetto interessante del movimento calcio: A pensarci bene, in tribuna, in gradinata, in curva nord o sud che sia, si realizza in effetti la forma di socialità più completa, più aggregante. E’ proprio in quei settori infatti – argomenta Giorgio scendendo in dettaglio – che ceti più disparati, rappresentati da impiegati, operai, insegnanti, studenti, religiosi, guardie, ladri, prostitute, ambulanti, commercianti, professionisti, ecc., uomini e donne di tutte le età e condizione, si ritrovano uno accanto all’altro sotto un’unica bandiera, uniti dalla medesima passione senza distinzione o discriminazione alcuna”.

CONCLUSIONE

Condivido in toto questa chiusura, anzi voglio rafforzarla. Indispensabile, per fare ciò, che mi inventi una “lettera impossibile” indirizzata alla cortese attenzione del principe Antonio De Curtis. Come segue: “Carissimo Totò, hai letto che analisi sociologica profonda ha fatto Giorgio Maringhini? E allora, bella la morale di quella tua poesia, molto bella, ma ti prego, non avertene a male se molto sommessamente oso farti notare che non solo la morte ma anche lo stadio è… ‘na livella“.

Racconta la tua prima volta al Barbera a Mario Oddo – Invia un’email a [email protected]

3 Commenti

  1. Unico e indimenticabile ricordo l’incontro di calcio contro la Lazio mi trovavo in tribuna montemario, il Palermo vinse per 3 a zero. Goal di Gianni De Rosà ( 2 ) e 1 di Montesano guardato a vista da Ammoniaci che quel giorno era completamente rincoglionito dalle serpentine continue di Montesano!! Che Domenica ragazzi !! 😜😜😜

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