Ma il Palermo sa giocare a Subbuteo?

Ennesima sfida esterna per il Palermo contro avversari i cui impianti di gioco sono ai limiti della praticabilità

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Leggendo qua e là tra i vari social si apprende che la prossima trasferta è prevista in quel di Palmi in provincia di Reggio Calabria. E contro la Palmese, questi gli avversari, il Palermo dovrà giocarsela in un campo che risulterebbe essere il secondo più piccolo della categoria. 

OPZIONE TIRI DA FUORI?

Forse questa settimana sarebbe opportuno allenarsi specificamente sulle conclusioni dalla lunga distanza.  Forse l’espressione ha segnato da casa sua a Palmi potrebbe trovare pratica applicazione?  Quel che é certo, battute a parte,  é che davvero come recitava uno striscione affisso in Nord Superiore, il Palermo deve far presto a  portarci via da questa categoria. Perché è davvero mortificante, una volta usciti dallo scenario del Barbera, constatare cosa sia la categoria in cui siamo costretti dopo i disastri societari di questa estate.

CAMPI DA GIOCO BONSAI

È davvero una “lesa maestà” costante sbattere il muso con queste realtà che, i palmesi ci perdonino, sono impresentabili.  Che poi per la squadra rosa nero, per assurdo, misurarsi in tali scenari, in questi impianti di gioco che sembrano campi da Subbuteo – che chiamano “stadi” – è un pericolo maggiore della stessa forza eventuale dell’avversario. Ok la Palmese è ultima e vessata da problemi di concreta sopravvivenza. Ma cercando di non apparire presuntuosi, si dovrebbe avere una certa fiducia nel credere che il Palermo farà sua l’intera posta.

REGOLE DA RIVEDERE

Peró prima le partite vanno sempre giocate. In un terreno di gioco che spiazza totalmente le coordinate e le distanze a cui è abituata una squadra che si dà “il giusto tono” da club professionistico, anche se in un torneo professionistico non siamo, puó creare grotteschi grattacapi. E di fatto, per 95 minuti si puó annullare il gap tecnico o di classifica. Elementi accidentali come  l’esasperato agonismo avversario, in un campo ridotto ed asfissiante, per i rosa nero possono risultare trappole insidiose. I regolamenti anche per campi a livello dilettantistico, dovrebbero pretendere quel Minus quam di dimensioni, al di sotto del quale non è tollerabile consentire partite valevoli per un campionato.

L’ESIGENZA DI CORRERE VIA

È lontano dalla Favorita che prende forma la realtà, cosa sia la dimensione di questa categoria. Dunque dopo questa inopinata sconfitta interna, piú che mai, la squadra ha la necessità di ripartire di slancio, inaugurando un nuovo ciclo di vittorie tra Palmese, Acr Messina in casa, Giugliano ancora fuori e poi l’importantissima sfida in casa contro l’Acireale. È un dovere ed una esigenza per incrementare le distanze ed accorciare  i tempi che ci separano dalla certezza di un aritmetico addio a questa categoria. E sia chiaro: un club che rappresenta sempre e comunque la quinta cittá d’Italia ed è tra i primi 10 club piú antichi della storia calcistica nazionale, in D non deve mai piú tornare.