Le sue corde vocali hanno fatto per decenni sobbalzare, urlare, gioire e commuovere decine di migliaia di tifosi rosanero. E se le imprese del Palermo dei record – quello che con Zamparini ha demolito inimmaginabili muraglie – avessero una colonna sonora ufficiale, la sua voce farebbe da orchestra: “The voice”, Giuseppe D’Agostino, ha raccontato in radio incancellabili trionfi in casa della Juventus, prodezze di Miccoli, Pastore o Cavani, e distribuito carezze di conforto nei momenti più bui.
Da agosto lo stesso suono, lo stesso “canto”, è quello dello stadio, dove il giornalista ha accettato di diventare “voce del Barbera”, accompagnando e trascinando, come nuovo speaker, il pubblico presente. Una responsabilità non da poco, e in una stagione inedita sotto diversi punti di vista.
Quanta gioia per questa nuova esperienza?
“È un ruolo molto diverso, nel quale io sto ancora cercando di orientarmi. È sicuramente splendido essere la voce dello stadio che ho amato ed ho frequentato sin da quando ero bambino. E poi, una grande gratificazione essere l’erede di Caterina Bruno, Beppe Palmigiano o Massimo Minutella, che hanno ricoperto questo ruolo prima di me in maniera eccellente. Il mio augurio è di riuscire a farlo bene come loro”.
Cosa t’è passato per la testa al momento di urlare per la prima volta, formazioni alla mano, “Palermo…”
“Una sensazione strana. Hai un pensiero che ti frulla per la testa, e che ti chiede: “Ma mi seguiranno?“. All’inizio non puoi avere la certezza di saper trascinare il pubblico. Quindi quando ti riesce è una bella sorpresa, diventa qualcosa di esaltante. Durante una radiocronaca sei certo che qualcuno ti stia ascoltando, ma da speaker ti ritrovi forse un po’ più “solo“, e con la grande responsabilità di dover trascinare la gente”.
Dario Mirri e Tony Di Piazza: cosa ti ha colpito quando li hai incontrati?
“Sono molto concentrati su questa grande missione. La cosa che li lega è l’entusiasmo. E Dario mi ha affascinato in questo. È un ottimista e ci sta veramente mettendo il cuore per regalare alla città un grande sogno, che lui condivide in quanto tifoso. Ha questo doppio ruolo di tifoso-presidente che lo esalta. Lo fa per se stesso, dimenticandosi spesso del suo ruolo istituzionale: lavora con il cuore del tifoso in primis, e dopo del presidente”
Dimmi la verità: le radiocronache ti mancano tantissimo?
“Dopo quasi 900 radiocronache, dopo aver raccontato gol e partite storiche, se dicessi che non mi manca sarei un bugiardo. Però sapere che ci sono Massimo Pisciotta e Manuel Mannino che sono grandi amici oltre che colleghi mi fa molto piacere, so che la mia eredità è in ottime mani. Stanno andando alla grande, e i tifosi possono contare su due ottimi punti di riferimento. Mi auguro che presto possano anche raccontare eventi come quelli che ho avuto io il privilegio di raccontare”
Santana è l’unico filo che lega il Palermo di oggi a quello che hai raccontato in passato.
“E ricordo sempre con emozione quella volata sulla fascia, in quel Palermo-Roma sotto la pioggia. Quel campionato che riuscimmo a portare a buon fine quasi per il rotto della cuffia. E Santana era sempre così: lui dimentica di avere un’età. In campo dà tutto, naturalmente deve pagare tributo all’anagrafe ma me lo ricordo esattamente così. Generoso, e merita la fascia di capitano.
Pensi che a marzo il Palermo avrà chiuso il discorso promozione?
“Lo dicono i numeri, che il Palermo merita. Ed anche le attestazioni di stima che arrivano dalle altre squadre. Qualche passo falso, come col Savoia, è inevitabile, ma i rosa hanno già un ottimo vantaggio, e con tutti gli scongiuri del caso, ci sono tutti i motivi per star tranquilli. Considerata anche la differenza di progettualità con le altre di D”.
Sei da sempre stato un esperto di portieri. Cosa mi dici di Pelagotti?
“Portiere di esperienza, mi piace molto. Ha la caratteristica che ogni portiere deve avere, e cioè “cuore caldo e testa fredda”. Da bravo toscano è uno verace, volitivo, che sa farsi sentire dai compagni. Ha l’autorità e la sicurezza che sono necessarie per un portiere. Molto soddisfatto, di Pelagotti”.
(Di seguito un video, tratto da youtube, dalle indimenticabili emozioni, accompagnate dalla voce di D’Agostino)