Niente panico verrebbe da dire (con otto punti di vantaggio sulla seconda sarebbe troppo), ma certamente è altrettanto corretto ammettere che è arrivato il momento di fare un pò di chiarezza. A imporlo, senza se e senza ma è lo 0-0 di Palmi. Una gara fin troppo timida quella disputata dai rosanero sul campo del fanalino di coda, proprio l’opposto di ciò che si aspettavano i tifosi e, siamo sicuri la dirigenza. Perchè, all’indomani della prima sconfitta in campionato, dovevano essere personalità e convinzione nei propri mezzi le armi da gettare in campo. Oltre a quella rabbia agonistica che, unita all’indiscussa superiorità tecnica avrebbe certamente permesso all’undici di Pergolizzi di avere la meglio sui padroni di casa.
GIUSTIFICAZIONI… INGIUSTIFICATE. MA NIENTE PANICO
Ci si potrebbe appigliare a diverse situazioni per, diciamo giustificare un pareggio accolto dalla tifoseria alla stessa stregua di una sconfitta. A cominciare dalle assenze di Ficarrotta e Sforzini, per la categoria veri e propri top player, così come a quella di Doda sulla fascia. O ancora, all’uscita anzitempo dal rettangolo di gioco di Crivello, che ha costretto il tecnico a cambiare il piano tattico mutandolo dal 4-3-2-1 al 4-3-3. Per continuare con questi tanto vituperati campi in sintetico ai limiti del regolamento, entro i quali gli avversari sembrano muoversi più a loro agio. Tutte motivazioni reali che, comunque, non cancellano la sensazione di avere visto giocare la propria squadra in maniera poco lucida, anzi, quasi nervosa.
MONTANO MALCONTENTO E PANICO
Non siamo ancora al malcontento generalizzato, ma cresce il panico. Il bonus delle dieci vittorie di fila ripara il Palermo da questa ancora ingiustificata eventualità. C’è semmai quella frangia del tifo più critica, pronta ad alzare la voce sull’onda del più classico dei “te lo dicevo io…”. Bersaglio number one Pergolizzi, reo di non avere giocato le carte Kraja e Felici. Titolarissimi fino a ieri, ai due sono stati preferiti Lucera fin dall’inizio e Rizzo Pinna a gara in corso. In tanti inoltre, quasi con soddisfazione, fanno notare quanto non sia per nulla vera la storia che il Palermo abbia una rosa complessivamente composta da potenziali titolari. Da Lucera a Palmi, pur con non contestandone l’impegno profuso, effettivamente ci si attendeva di più. Stessa cosa da Rizzo Pinna che, scelto per rilevare proprio il ragazzo del Cep, non è riuscito a incidere come si sperava.
HANNO TOLTO L’OSSIGENO A MARTIN
Altra osservazione da fare riguarda i volenterosi neroverdi che, sull’onda di quanto fatto domenica scorsa dal Savoia, sembrano avere intuito come bloccare i cingoli del panzer rosanero. Appiccicare alle calcagna di Martin, un paio di pit bull pronti a toglierne l’ossigeno, sembra una mossa che paga eccome. Nell’economia del gioco del Palermo, la regia del francese è fino ad ora stata un’arma vincente.
UN TRITTICO DI FUOCO PER RIPARTIRE
Insomma, c’è da riorganizzare le idee, in vista di quel famoso trittico di gare impegnative che attende i rosa da oggi fino al giorno della Madonna. Si comincia domenica al Barbera contro l’ACR Messina, gara ideale per diradare questa appena accennata nebbiolina che infastidisce l’ambiente rosanero. Un derby insidioso, da vincere, per preparare al meglio la trasferta in quel di Giugliano, club ambizioso, partito in sordina ma in vertiginosa ascesa. Poi, per la prima festa natalizia, giorno 8, ecco l’Acireale, sconfitto al Tupparello da un Licata tornato prepotentemente in sella. Il messaggio è uno: smontare velleità e mettere in chiaro che il primo posto è un affare già risolto.
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