Quando si parla di derby siciliano, per antonomasia ci si riferisce a Palermo-Catania, le squadre rappresentanti le due aree metropolitane per eccellenza della trinacria. Sacro furore, in campo e sugli spalti (con l’apice toccato nel 2007, quando fu l’ispettore Filippo Raciti a perdere la vita) ne hanno da sempre caratterizzato gli incroci. Talmente sentiti da far passare in secondo piano quelli con la terza realtà isolana. Eppure, sia da parte del popolo rosanero che di quello rossoazzurro, infuocati sono sempre stati anche i derby con il Messina.
IL BRUTTO DEI DERBY
Quello tra etnei e peloritani poi, storicamente è sempre stato un match dall’atmosfera incandescente. A testimoniarlo, nel 91′, la morte del povero tifoso messinese Tonino Currò causata dall’esplosione di una bomba carta. Turbolenze anche al Barbera, al Celeste e poi al San Filippo tra palermitani e messinesi.
STATI D’ANIMO OPPOSTI
Premessa che serve a rendere l’idea dell’ambientino niente male che attende l’impianto di viale del Fante domenica prossima alle ore 14.30. Considerando remota, l’ipotesi che l’Osservatorio decida di vietare la trasferta ai fans ospiti, è infatti il momento attraversato dalle rispettive compagni a surriscaldare gli animi. Da una parte il popolo rosanero, infastidito dalle ultime due uscite della capolista e per questo, a sensazione, già pronto a non fare sconti ulteriori ai propri beniamini. Dall’altro quello biancoscudato (il giallorosso è rimasto all’altra realtà cittadina, L’FC, già battuta in casa dai rosanero), letteralmente su di giri per la risposta data dal team del neo allenatore Zeman dopo la sconfitta nel derby.
SI TORNA A RESPIRARE GRANDE CALCIO
Insomma, match di livello per ambedue i club. L’uno da fin troppo tempo relegato in una quarta serie che per tradizione poco gli compete, l’altro finitoci in seguito alle note follie dell’ex proprietà. Una partita che, finalmente, catapulterà in una dimensione diversa i tifosi palermitani, non fosse altro per il peso specifico della memoria che racchiude in sè.
PALERMITANI IN…GIALLOROSSO
Palermo-Messina è il derby degli illustri palermitani in casacca giallorossa, che rispondono ai nomi di Parisi, Aronica ma soprattutto Totò Schillaci. Giocatori che hanno sempre sudato la maglia un tantino di più quando hanno incrociato i colori della squadra della propria città. Come dire: “Ecco cosa ti perdi, caro Palermo, per non accordare fiducia ai tuoi figli!”. Palermo-Messina è anche Re Artù…ro Di Napoli, attaccante tanto amato sia in riva allo stretto che ai piedi del Pellegrino. Oltre, per chi l’avesse dimenticato, il derby di Amauri Carvalho de Oliveira: tre stagioni prima di divenire idolo dei palermitani il brasiliano lo fu dei messinesi in B.
BORTOLO MUTTI STAR
E che dire di Bortolo Mutti, che a Messina ha lasciato segni indelebili, tra la storica promozione in A nel 2004 e il posto in Uefa sfiorato l’anno successivo. Meno roboanti, ma di certo altrettanto indimenticate le sue esperienze sulla panchina rosa. Decimo posto col Palermo di Sensi stagione 2001/2002 e salvezza ottenuta dieci anni dopo, subentrando a Devis Mangia, nel Palermo di Zamparini.
UOMINI E GOL
Una storia appassionante, fatta di intrecci, di episodi, ma soprattutto di uomini e gol. Come quello di Totò De Vitis nella stagione 1984/85 di C, che, al 90′, fece venire giù la Favorita nel big match contro il forte rivale giallorosso. Altrettanto indimenticabile l’1-0 a firma Guidoni nella B stagione 2001/2002, proprio quella in cui, sulla panchina del Palermo sedeva Bortolo Mutti. O, ancora, il 2-1 in rimonta nella massima serie a firma Zaccardo, Di Michele dopo il vantaggio iniziale di Riganò. E, sempre appannaggio dei rosa, storico fu il 12 maggio del 2001, quando il Messina gettò letteralmente alle ortiche la promozione in B. Allora bastò il gol del carneade Maggiolini contro l’Ascoli, e il miracolo dell’estremo avellinese Sansonetti su calcio di rigore del bomber giallorosso Torino, per fare impazzire di gioia la Favorita.
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