Chiamatelo pure il pelo nell’uovo del rompiscatole, perché è palese che quando si vince e si è primi in classifica con 8 punti di vantaggio sulla seconda, sentir parlare di problemi o di qualcosa che non va, non può far piacere. Ma nella vita si può sempre migliorare e testa c’un parra si chiama cucuzza. Non voglio parlarvi di gioco, anche se potrei “appricarmi” alle sostituzioni tardive, a Santana che deve essere meno egoista, all’arbitraggio, a Kraja che ha sbagliato troppi palloni e ad altre piccolezze che contano e non contano, perché alla fine il Palermo ha vinto e siamo tutti contenti. Voglio parlarvi ancora dello Stadio Barbera.
LO STADIO BARBERA
Ho un chiodo fisso. Vi ho già parlato dei bagni delle curve, il cui pavimento mostra segni di cedimento e dell’ascensore della Torre sud della Tribuna che ogni tanto fa le bizze. Ed anche di alcuni calcinacci che con le vibrazioni si staccano pericolosamente dalla struttura dello stadio. Ve ne ho parlato ma sono anche andato oltre. Ho contattato l’Assessorato al Patrimonio del Comune di Palermo circa un mese fa, chiedendo un’intervista con l’assessore Roberto D’Agostino. Dopo un rimpallo di giorni, mi è stato chiesto di inviare un’email e di girarla, per conoscenza, all’Ufficio stampa del Comune di Palermo. L’ho fatto, allegando perfino le domande che intendevo fare all’Assessore. La risposta è arrivata: le faremo sapere martedì. Sì, ma di quale mese e di quale anno? Perché da allora non ho più avuto notizie. Insisteremo.
IL BAR DELLA TRIBUNA
Passiamo a problemi più futili. Da qualche settimana il bar della tribuna è gestito da una nuova società. Si tratta degli stessi gestori del Bar che c’è all’interno del San Lorenzo Mercato. Siamo andati a prendere un caffè e siamo stati subito attirati dallo store. Un po’ meno dai prezzi: 12 euro per una sciarpa non li chiedono nemmeno allo Juventus Stadium. Ma tant’è, passiamo al caffè che, da buon palermitano, senza un bicchiere d’acqua non mi cala: “Mi dispiace, acqua non ne serviamo“. In che senso? Perché io ero rimasto che al nord un bicchiere d’acqua lo facevano pagare 50 centesimi e mi vantavo del fatto che a Palermo vige la regola che l’acqua non si nega a nessuno. Ma evidentemente il costo dell’acqua grava troppo sul bar che non si è ancora dotato (e non so se lo farà) di depuratore ad osmosi inversa. Ma è giusto negarla pure a chi consuma? “Può comprare una bottiglietta d’acqua”, un euro e 50. Non per essere tirchi, attenzione, ma al supermercato una bottiglietta d’acqua di quella marca costa 12 centesimi. E poi, per via del regolamento anti violenza, me la danno nel bicchierone, quindi dovrò andare in giro per lo stadio con l’acqua in mano visto che mezzo litro d’acqua, tutto in una volta, non lo bevo. Anche perché poi mi scapperebbe di fare la pipì e anche i bagni della tribuna non sono un granché. Soprattutto quelli del pian terreno.
LUCI AL BARBERA
E’ mai possibile che nell’ultimo quarto d’ora di partita dobbiamo stare al buio? Ok l’essere parsimoniosi, ma siamo al limite del regolamento. Soprattutto quando nel cielo imperversano minacciosi nuvoloni neri che aumentano la penombra. Non tutti lo sanno ma i fari dello Stadio Renzo Barbera non sono agganciati all’Enel ma sono alimentati da quattro generatori di corrente a gasolio posti nell’area antistante l’impianto, vicino agli ingressi della gradinata. Questo per evitare di lasciare senza corrente elettrica l’intero quartiere quando le luci al Barbera sono accese. Per azionarli serve l’intervento di una ditta che da anni collabora col Palermo calcio. C’è un “omino” deputato a questo. Quando c’è buio viene allertato e i generatori vengono accesi. Fino ad ora, con la nuova gestione, la ditta è rimasta inoperosa.
AMPLIFICAZIONE E COPERTURA
E’ un tema non di competenza di Mirri e Di Piazza, visto che lo stadio è di proprietà del Comune, ma è tra le cose che ho appuntato nel mio block-notes delle camurrie da risolvere: dalle curve e dalla gradinata non si sente nulla, a mala pena arriva la formazione, e quel po’ che si sente lo si deve alle urla accorate del buon Giuseppe D’Agostino. Il resto è aria fritta. Peccato: per l’inno, per le pubblicità audio, per gli annunci importanti e per tutto il resto. Il problema potrebbe essere risolto con una copertura totale dell’impianto, che consentirebbe di estendere l’amplificazione a tutti i settori e a non disperdere le onde sonore nel vuoto. E a non far bagnare i tifosi quando piove. Di certo se lo sarà appuntato anche Mirri nel suo taccuino, visto che ieri, dopo aver seguito la partita, come di consueto dalla Tribuna Montepellegrino, è tornato a casa bagnato come un pulcino.
TORNELLI
Questo è l’ultimo problema rilevato dal rompiscatole, vi giuro che non vi tedio più. Capisco bene la politica dello “sparagno“: siamo in serie D e dobbiamo risparmiare su tutto. Ma con 15 mila presenze al Barbera, non puoi e non devi limitare gli ingressi ad uno, massimo due, a settore. Anche contro il Messina i tifosi hanno dovuto sorbirsi il loro quarto d’ora buono di fila ai tornelli. Poi qualcuno è intervenuto e qualche altra porta è stata aperta. Sacrifici, siamo in D, ma a chi dimostra fedeltà anche tra i dilettanti andrebbe steso un tappeto rosso all’ingresso con tanto di caffè offerto. Con acqua compresa. Non quella piovana però ma acqua minerale naturale, meglio se frizzante, in bicchiere.
sui miglioramenti siamo pur sempre in D, secondo me Mirri a poco a poco li farà
Ma vi sembrano pochi 15.000 spettatori in serie D in un pomeriggio piovoso e invernale? Nemmeno in A li fanno sti numeri