Il potere dei nervi distesi, nel calcio come nella vita è solitamente garantito dalle vittorie così come dalle soddisfazioni. Con questi presupposti tutto viene più facile. La fortuna arride e, se avvantaggiati perchè forti di una rosa oggettivamente superiore, per gli avversari son dolori. Il Palermo in questa quarta categoria, nelle prime dieci giornate ne è stato un esempio lampante. Sulle ali dell’entusiasmo la truppa di Pergolizzi ha imposto la sua legge, quella di una squadra apparsa invincibile, ancor di più quando è uscita con i tre punti senza meritarli del tutto.
INCANTESIMO SPEZZATO
Poi è arrivato il giorno, temuto ancorchè scontato, in cui il Savoia ha espugnato il Renzo Barbera, sconfitta seguita dal pareggio di Palmi. E se la prima battuta d’arresto era stata metabolizzata, la seconda contro il fanalino di coda aveva invece agitato non poco gli animi dei tifosi. Sembrava quasi la rottura di un incantesimo, la fine di un sogno, quello di riuscire letteralmente a passeggiare in una categoria che con il Palermo proprio nulla ha a che fare.
SEGNALI DI NERVOSISMO
A corroborare tale presentimento una serie di gravi defezioni che hanno colpito la squadra, tali da far perdere, almeno questa è stata la sensazione, l’oculatezza persino all’allenatore. Alzi la mano chi non è rimasto perplesso quando, Pergolizzi, ha definito la gara dei rosa contro la Palmese una delle migliori esibizioni esterne dei suoi.
FELICI CON MATTIA
Chiamiamoli pure quindici giorni di fuoco, i primi di un campionato che per i rosanero non può avere altro esito se non quello della promozione. Giorni in cui i disfattisti hanno dato fiato alle trombe sulle note del più classico e scontato dei “te lo avevo detto io”. Ed è proprio per questi motivi che, più di tutti gli altri gol, quello segnato domenica scorsa da Mattia Felici all’ACR Messina ha sfondato il record dei decibel sonori. Un boato, liberatorio, rabbioso ha fatto tremare lo stadio. Sì: è’ tornata la capolista, la stessa adesso chiamata a confermarsi in quel di Giugliano.
IL MOSAICO CHE SI RICOMPONE
Con la forza dei nervi distesi, con il ritorno in squadra di una colonna difensiva quale Lancini, con Santana recuperato (anche se partente dalla panchina) e con il miglior centrocampo possibile. E con Ricciardo e Felici pronti a ingaggiare un duello all’ultimo tiro coi forti colleghi di reparto Caso Naturale De Vena. All'”Alberto Vallefuoco” non sarà facile, ma innanzitutto questo vale per i padroni di casa, come ha d’altronde dichiarato in settimana lo stesso Dg dei tigrotti Giovanni Garofalo. Uscire indenni dal catino di Mugnano, per il Palermo significa preparare al meglio la gara della Madonna contro l‘Acireale. Derby che vedrà il ritorno di Ficarrotta e, molto probabilmente, a sorpresa, anche quello di Crivello.