Tra i calciatori che calcano il rettangolo verde, c’è chi finisce per terra a causa di uno scontro di gioco o di un tackle, e chi ci si deve per forza gettare per evitare di prendere gol. Motivo per il quale, quando a giudicare la convenienza o meno di giocare sull’erba naturale piuttosto che sul sintetico è un portiere, bisogna prestare attenzione. Ed è così che, da un’intervista rilasciata a Repubblica, Pelagotti dice la sua sui reiterati infortuni che hanno falcidiato la rosa del Palermo.
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“Non c’è niente da fare, fidatevi, checchè se ne dica atterrare sul soffice terreno di gioco del Barbera è un piacere – ammette Pelagotti -. Farlo di contro nei vari campi dove siamo ospitati è ben altra. Lo sperimentiamo d’altronde settimanalmente al campo Pasqualino di Carini. Se da un lato ci serve per prendere confidenza col sintetico, dall’altro giocarvi significa rischiare grosso. Diciamo che è come cadere sul cemento”.
DESIDERANDO IL TENENTE ONORATO
“Per tendini e muscoli – prosegue Pelagotti, ex guardiapali di Empoli e Arezzo – è un rischio costante. Il Palermo è forte e sta bene, ma si allena sempre sul duro. Purtroppo per ora abbiamo solo questo e non c’è altra soluzione”. Eppure, nonostante smentite e rinvii, sembra che il ritorno dei rosanero al Tenente Onorato di Boccadifalco possa in tal senso soddisfare allenatore e giocatori. Si attendono sviluppi.
TRA MISTERO E MOTORI
Nell’intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica, Pelagotti si è poi aperto a simpatiche curiosità riguardanti la vita privata.”Ho un paio di passioni che esulano dal mondo del calcio. Mi intrigano i gialli e tutto ciò che parla di investigazioni come la storia di casi italiani quali il delitto Aldo Moro o il mostro di Firenze“. Da Agatha Christie a Tazio Nuvolari il passo è breve.”Sì, la Formula Uno è sempre stata il mio sogno: l’adrenalina che ti lascia deve essere incredibile. Ho fatto qualche gara con i go-Kart, ma non può nemmeno lontanamente essere paragonabile a guidare quei bolidi”.
IL MODELLO BUFFON
Tornando sul campo di gioco, e precisamente tra i pali, Pelagotti non ha dubbi.”Ho avuto la possibilità di allenarmi con bravi portieri come Bassi, Balli e Skorupski, e da ognuno di loro ho cercato di rubare segreti. Tuttavia, ancora oggi, il modello assoluto rimane Buffon. Il portiere è un ruolo che ti devi sentire di fare. Buffon è nato centrocampista ricorda Pelagotti-, solo dopo i dieci anni è stato messo in porta e lì è rimasto per il resto di una lunga carriera piena di soddisfazioni. Se sono soddisfatto della mia? Diciamo in parte in quanto troppi sono stati gli errori di valutazione e le scelte sbagliate fatte. Comunque, adesso, all’età di trent’anni posso dire di avere trovato la mia quadratura“.