Nella tana delle tigri, contro un Giugliano sempre vincente tra le mura amiche, a ruggire è il Palermo. Un segnale, l’ennesimo, che giunge chiaro e forte alle dirette concorrenti, anzi, per essere precisi, al Savoia, unica squadra rimasta, seppur a ben otto punti, sulla scia dei rosa. E’ bastato il gol di Felici al 36°, il secondo di fila del classe 2001 romano, ancora una volta il migliore dei suoi, per decidere un match ostico come temuto alla vigilia.
TRE PUNTI DI PLATINO
Tre punti di platino, dunque, per il gruppo di Rosario Pergolizzi, non ancora campione d’inverno soltanto per la concomitante vittoria degli oplontini (2-0) sul campo della Palmese. Un successo sì sofferto ma meritato quello contro i campani, frutto di ritrovata compattezza e mentalità da prima della classe. Il Palermo si è battuto per tutto l’arco della gara con gagliardia, rispondendo colpo su colpo ad avversari tosti e caricati a mille da un tifo caloroso e costante.
INSIDIOSI ANCHE SENZA ARIETI
Scesi in campo ancora una volta senza un vero terminale offensivo, i propositi d’attacco dei siciliani erano affidati alla vena del duo Santana Felici. Ad Ambro e Kraja il compito di smistare palloni oltre a far legna, in una mediana dove, come sempre, hanno spiccato il cervello di Martin e il carisma di Martinelli. Positive le prove di Vaccaro e Doda sulle fasce, forse qualcosa di più ci si aspettava da Ambro che, comunque, non ha demeritato affatto. Un muro di gomma Accardi e Lancini.
SENZA ESCLUSIONE DI COLPI
Combattuto ed equilibrato il primo tempo, con i padroni di casa sì più volte al tiro, ma con il Palermo capace di costruire la più nitida tra le palle gol. Come quando Felici, al 21°, guadagnando il fondo al culmine di un’azione in solitaria ha per due volte impegnato un reattivo Mola. Nulla da fare per l’estremo gialloblù un quarto d’ora più tardi, quando, approfittando di una sua uscita a vuoto Felici lo freddava dal limite dell’area insaccando la porta sguarnita. Guantoni caldi anche per Pelagotti, bravo a sventare le conclusioni insidiose di Orefice (12°), Liccardo (18°) e De Vena (26° e 44°) oltre a tirare un sospiro di sollievo sui tiri fuori di poco di Orefice e Impagliazzo.
LA VOCE DEL PADRONE
Ma è nella ripresa, quando si teme il più scontato degli assalti, che il Palermo esce il meglio di se, governando la gara come s’addice alla prima della classe. Ed è così che contro il muro di gomma issato davanti a Pelagotti vanno a infrangersi i tentativi, sempre meno convinti di De Vena e compagni. Anzi, con Santana (generosa la prova dell’argentino che al 79° lascia il posto a Mauri) e Felici sono proprio i rosa a sfiorare il raddoppio, ma le due conclusioni in fotocopia (53° e 72°) vengono sventate dal bravo Mola. Qualche patema nei minuti finali, con Caso Naturale che, proprio in extremis si rende minaccioso dalle parti di Pelagotti. Al fischio finale qualche scaramuccia non guasta la festa di un Palermo tornato a fare la voce grossa anche in trasferta.