Rino Martinez: un cori granni che per il Palermo da sempre batte forte. Se, come confermato dai numeri, questa rubrica registra un seguito settimanalmente sempre più crescente, il merito indubbiamente è di quei tifosi e tifose rosanero che, accettando con grande e cortese disponibilità l’invito a partecipare, l’hanno reso assai godibile con i loro racconti in chiave nostalgia. Gradimento sicuramente destinato a diventare oggi ancora più alto dal momento che il personaggio, che è graditissimo ospite-narratore, è nientepopodimeno che Rino Martinez.
POTENZA DI UNA PARTITA
Aveva 12 anni il piccolo Rino quando allo stadio della Favorita per la prima volta assiste ad una partita del Palermo che ebbe il potere di farlo innamorare subito dei colori rosanero. I particolari ce li racconta lui stesso: “Ero in curva Nord, insieme al mio caro papà che non perdeva mai le partite casalinghe del Palermo in uno stadio sempre stracolmo di spettatori, un dato costante a quei tempi. Si giocava Palermo – Potenza, serie B, campionato ’64/’65, ed è stato un mio esordio fortunato in quanto ha coinciso con la nostra vittoria per 2 a 1 (reti di Rossano e di Tinazzi, in quella stagione maggior realizzatore rosanero con 11 reti ndr) Ricordo la mia grande emozione, gli abbracci con mio padre e con le persone accanto, abbracci e sorrisi contagiosi”.
IL GESTO DI ALTAFINI
Rino ha anche un ricordo decisamente brutto che, in particolare noi tifosi rosanero dai capelli bianchi, non abbiamo mai scordato, pur essendo ormai passato ben mezzo secolo: “Si giocava alla Favorita la partita Palermo – Napoli (16 marzo ’69, 2 a 3 il risultato finale ndr) e dopo aver segnato su rigore il goal del momentaneo pareggio dei partenopei, Josè Altafini, giocatore del Napoli, non trovò di meglio che provocare il pubblico palermitano con il tristemente famoso gesto dell’ombrello (“storico” lo scatto del fotografo Mike Palazzotto ndr). Ne nacquero disordini, giocatori ospiti costretti a lasciare lo stadio chiusi nei cellulari della polizia, mimetizzati con le divise dei carabinieri. L’arbitro Sbardella precauzionalmente portato via con un elicottero, insomma una domenica drammatica. Un putiferio. Quello che allora mi ha lasciato tanta amarezza – conclude – è stato il comportamento di un celebrato campione come Altafini, grande sì ma che in quella occasione si era rivelato piccolo piccolo”.
DOLCI RICORDI
Ma in un decimo di secondo all’amaro Rino sostituisce immediatamente il dolce. “I miei ricordi sono tantissimi e belli. Speciale quelli di Vito Chimenti, Gianpaolo Montesano e Fabrizio Miccoli, giocatori in maglia rosa amatissimi che offrivano spettacolo puro. Andare allo stadio per vederli giocare valeva veramente la pena, da soli ognuno di loro valeva il prezzo del biglietto”.
NEL BLUES DIPINTO DI BLUES ROSANERO
Stagione ’87/’88, dopo lunga, forzata e sofferta astinenza da calcio rinasce la Società del Palermo, la ricostruita squadra riparte umilmente dal campionato di C2 dominandolo. Per cui c’è in giro una comprensibile generale euforia. Il buon Rino, raccogliendo un prezioso assist del giornalista Salvatore Geraci, un bel giorno decide di sostituirsi in un certo senso a mister Peppino Caramanno. Con la differenza che, in alternativa alle qualità pedatorie, da buon musicista qual era, mette alla prova quelle canore di Mimmo Di Carlo e compagni, portando i componenti della squadra in sala di registrazione. Nasce per l’occasione, con sue parole e musica, Blues Rosanero bellissimo inno del Palermo rivelatosi nel tempo un ever green intramontabile. Ero impegnato – prosegue ancora – a dirigere in sala oltre che i giocatori anche giornalisti e tifosi. Debbo dire calatisi molto bene nel nuovo e insolito ruolo.
Ma su tutti spiccavano tre ugole: quelle di Pocetta, Cracchiolo e Restuccia, rivelatisi incontrastati big della improvvisata compagnia rosanero cantante. Ma non posso chiudere non citando un calciatore del Palermo per me assolutamente unico per affetto – chiude col cuore Rino – Pietro De Sensi.
CONCLUSIONE
Sarebbe da parte mia assai riduttivo rappresentarlo solo nella veste di grande tifoso rosanero e di cantautore di successo, al sapore di Caramella, senza doverosamente rimarcare la sua incessante attività di missionario. Rino Martinez è intento a spendere, in un più che ammirevole impegno sociale, energie fisiche e mentali, al fine di alleviare le innumerevoli sofferenze patite soprattutto da bambini poveri dei martoriati paesi dell’Africa.
Gran merito va a lui per le iniziative culturali e opere umanitarie. Una, tra le altre, attiva sotto la sigla Ali per volare. Una riflessione in chiusura mi viene spontanea pensando al suo volo: peccato! È veramente un peccato che di Rino Martinez al mondo ce ne sia uno solo …
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Ricordo, come se fosse ieri, la bellissima giornata passata in sala di registrazione con Rino Martinez e Salvatore Geraci. Ringrazio Rino per le splendide parole spese nei miei confronti durante la sua intervista rilasciata a Mario Oddo e gli faccio un grande in bocca al lupo, sperando di poterlo incontrare al più presto. Colgo l’occasione per salutare anche tutti i tifosi rosanero. Forza Palermo!
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