C’era un calciatore, palermitano di nascita, che a metà degli anni 90′ imperversava per i rettangoli verdi del sud Italia. Sgusciante, imprevedibile, talmente veloce da ricordare il celebre topolino messicano della Warner Bros. Parliamo di Tanino “Speedy Vasari“, bandiera di quel Palermo dei picciotti capace, in due stagioni (1995-1997), di conquistare il cuore della sua gente.
ARCOLEO CHIAMA VASARI
Ci aveva visto lungo, da vero intenditore di calcio Ignazio Arcoleo, tanto da chiedere fortemente al suo presidente uno sforzo economico non da poco (200 milioni di lire) per averlo nel Palermo dei palermitani. Prima però, c’era da vincere l’agguerrita concorrenza di tutti quei club che, incantati dalle prestazioni della freccia granata avrebbero fatto carte false per averlo. Già, il granata, un colore rimasto indelebile nell’animo Vasari, assoluto protagonista prima in C2 col Trapani poi in B con l’Acireale.
IL GRANATA NEL DESTINO
E fu nella Città dei due mari, proprio sotto la guida tecnica di Arcoleo (stagione 1993/94) che il numero 7 si mise in luce. Era il Trapani del Presidente Bulgarella e dei vari Capizzi, Barraco e Salvatore Tedesco. Una squadra forte, capace di vincere alla grande il campionato di C2, trascinata dai gol, ben 11 di Vasari. L’anno seguente, stessi colori ma dalla parte opposta della Sicilia, alle falde dell’Etna, tra le fila di un Acireale al secondo anno di cadetteria. Una stagione sfortunata per i ragazzi di mister Fausto Silipo, retrocessi in C quart’ultimi ad un solo punto dalla salvezza.
UN’ASCESA COSTANTE
Ma la strada era già tracciata. Tanino, con il suo personale bottino di quattro reti e un campionato che confermò le sue doti di imprendibile furetto fece le valigie direzione casa. Il sogno di una vita si era avverato: giocare per la squadra della sua città, facendosi magari perdonare per quel gol inflitto al 90′ ai rosa, in un Acireale-Palermo 3-1 del 95′ in B. Da allora un’esplosione vera e propria, con importanti pagine scritte non solo nella storia del club della città natale ma anche altrove. Gli ambienti di Cagliari, Sampdoria, Lecce e Cesena, tra B e A, ne poterono ammirare le virtù di calciatore oltre che di uomo.
QUESTIONI DI CUORE
Virtù che toccarono l’apice nel 2003/2004, quando il ragazzo del Borgo Vecchio, voluto da Zamparini come figura rappresentativa di un Palermo costruito per vincere, nella festa promozione contro il Bari emozionò l’intero popolo rosanero. Un gol inutile ma dal grande valore simbolico lo definì Tanino, il terzo segnato al Bari. ” Il mio sigillo nella stagione che riportava il Palermo in serie A dopo 30 anni, mantenendo la promessa che avevo fatto a mio padre“.
La stagione che lo