Leggendo stamattina un articolo del Giornale di Sicilia ho fatto un salto dalla sedia. Il pezzo del collega Giancarlo Macaluso parla di intoppi per la concessione dello Stadio Renzo Barbera alla nuova società Ssd Palermo di Mirri e Di Piazza. Un argomento di cui ci siamo occupati qualche giorno fa, ma a cui si aggiunge un elemento nuovo: “Si prevede che l’Amministrazione Comunale riservi a sé 191 posti per le cariche cittadine, compresi i 40 consiglieri comunali”. Ho letto e riletto il periodo e tra me e me dicevo: “Non può essere vero, sto capendo male”. E invece no, è proprio così, oltre ai soldi, tanti, l’Amministrazione comunale per dare in concessione lo Stadio Renzo Barbera pretende 191 posti “a gratis” in tribuna.
SOLITI PRIVILEGI
E certo, perché non è corretto che i consiglieri comunali o altre cariche cittadine mettano mano al portafogli. Troppo caro per loro il biglietto di tribuna, figuriamoci un abbonamento. Il loro ingresso allo stadio, come è d’uso in questo Paese per i politici di turno, deve essere un “beneficio”, un privilegio, un omaggio, un “Do ut des” e “Manus manum lavat”. Senza fila ai botteghini e senza attesa ai tornelli. Magari entrando direttamente all’interno del piazzale del Barbera il giorno della partita con le auto blu.
IL RITORNO DEL NERAZZURRO ORLANDO
Se la cosa andrà in porto, e quindi verrà data la concessione a queste condizioni, vedremo tanti politici allo stadio come non succedeva da tempo. Con in testa, naturalmente, il primo cittadino, la carica politica più rappresentativa di questa città, quel Leoluca Orlando che non metteva più piede allo stadio dagli anni ’90, quando azzardò un giro di campo alla Favorita in periodo pre-elettorale e ricevette in cambio parecchi fischi. Da quel momento in poi, quando veniva interpellato sulle vicende del Palermo calcio, si rifiutava di rispondere con la scusa che non seguiva il calcio. Ma da quando il Palermo è fallito e il club rosanero è ripartito dagli uomini che ha scelto lui, è tornato a vedere qualche partita del Palermo in serie D e ad interessarsi della questione. Nonostante abbia dichiarato apertamente, nei giorni scorsi, che è interista.
CHE FINE FARANNO I TAGLIANDI OMAGGIO NON UTILIZZATI?
E non è l’unico di fede nerazzurra a Palazzo delle Aquile: il fido assessore alla mobilità Giusto Catania va perfino a San Siro a guardare la sua squadra del cuore. Ma lì niente privilegi, paga profumatamente il biglietto. Tra i consiglieri comunali c’è anche chi tifa Palermo, due-tre sono perfino abbonati, ma la maggior parte di loro tifa per squadre di A e altri non sono interessati al calcio. Ciò significa che dei 40 biglietti omaggio per il Consiglio Comunale ne usufruiranno anche gli amici degli amici. E poi ci sono altri 151 tagliandi riservati a cariche cittadine. Altri politici? Vip? Altri amici degli amici? Che giro faranno questi biglietti? A chi li regalerà il politico di turno non interessato ai colori rosanero? A pensar male, senza fare illazioni, ma ragionando sull’illogicità di tale privilegio, potrebbero anche servire per “aggraziarsi” possibili futuri elettori.
LA BENEFICENZA SI FA AI POVERI E NON AI POTENTI
I biglietti omaggio ci sono sempre stati e probabilmente sempre ci saranno. Un’usanza tutta italiana dura a morire. Ma se invece di debellare il fenomeno, un’istituzione cittadina pone e impone una condizione di questo tipo all’interno di un accordo di concessione di un impianto, forse siamo proprio all’anno zero. Sarebbe ora di annullare qualsiasi tipo di privilegio, perché alimenta sottoculture, l’idea che chi è potente, chi ha un minimo di voce in capitolo, può tutto, anche non pagare. La beneficenza va fatta, semmai, a chi è povero, a chi non ha la possibilità di pagare un tagliando. Gli altri, soprattutto le “alte e ricche cariche” diano l’esempio e si accomodino al botteghino.