E’ infallibile o quasi, fuori casa, questo Palermo, giunto alla sua settima vittoria su otto gare fin qui disputate (la quinta per 1-0). Questa volta è il Castrovillari a dover cedere l’intero bottino al corsaro rosanero che, come spesso accaduto quest’anno, lontano dal Barbera fa della concretezza l’arma vincente. E’ infatti bastato il gol su rigore di Ricciardo, alla mezz’ora del primo tempo, per avere ragione della tignosa squadra di Sasà Marra. E dire che le premesse erano state tutt’altro che incoraggianti, considerata la partenza convinta dei calabresi, capaci, in più di una circostanza di impensierire la porta di Pelagotti.
MARTIN SPICCICA IL FRANCOBOLLO
Un Palermo che può brindare al successo indossando finalmente l’attesa maglia rosa e festeggiato a fine gara dai suoi irriducibili tifosi (circa 200). Un braccio di ferro la gara del “Mimmo Rende“. Un manifesto di ciò che in realtà è questo campionato di D, troppo presto considerato, da tanti, nulla più di un bicchiere d’acqua da sorseggiare. Gli avversari ci scendono eccome in campo, avvantaggiati, nel tempo, dall’aver potuto studiare a dovere le caratteristiche del Palermo. Ed è così che, incollando il solito francobollo (Miocchi) su Martin, Marra ha cercato di imbrigliarne la manovra, riuscendo in parte nel suo proposito.
FELICI LIKE ILICIC
Perchè il francese, che ha saputo questa volta disimpegnarsi bene dalla marcatura del suo diretto avversario, è riuscito a fare filtro tra difesa e attacco meglio dei colleghi di reparto. In una retroguardia in cui hanno spiccato i centrali, per una volta sono stati gli esterni a prendersi un turno di riposo. Mentre lì davanti, l’atteso trio del Palermo ha funzionato. Preziosissimo in particolare il lavoro di Felici, una sorta di Ilicic dei tempi che furono il ragazzo romano. Il suo pressing asfissiante, non solo in fase offensiva (da un suo ringhiare su Ferrante è scaturito il rigore decisivo), è stata la carta vincente del match. Meritano altresì menzione le prestazioni di Luca Ficarrotta e di Ricciardo. Il primo voglioso e spesso insidioso proprio come vuole il suo allenatore, il secondo poco concreto ma finalmente tornato al gol dopo più di un mese di astinenza.
SAVOIA BACIATO DALLA DEA BENDATA
Una vittoria meritata, in fondo Pelagotti non ha dovuto fare una sola parata di rilievo. Fondamentale perchè giunta dopo una settimana vissuta nell’ansia dopo la debacle interna con l‘Acireale. Una vittoria che consegna al Palermo il titolo di campione d’inverno con un turno d’anticipo sporcata però, ancora una volta sui titoli di coda dal Savoia. Dopo l’Acr Messina, a doversi arrendere alla forte quanto fortunata formazione di mister Parlato è il Troina (prossimo avversario dei rosa), condannato nel recupero da una magia di Scalzone.