Arancine e sigarette a Sala delle Lapidi: degrado alla palermitana

Nella trasmissione "Non è l'Arena" condotta la domenica da Massimo Giletti, è venuto fuori un episodio del "normale degrado" palermitano

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Domenica scorsa, all’interno della trasmissione “Non è l’Arena” trasmessa da “La 7”, è andato in onda un servizio nel quale è venuto fuori un episodio che certifica uno squalificante “degrado alla palermitana”. Tutto è nato da una inchiesta dedicata a quegli ex politici che non essendo riusciti a farsi eleggere, riescono a trovare posto nei sistemi delle partecipate. Oppure lavorano come consulenti di assessori regionali non avendone diritto. Il tema è scottante, perché inquadra un pezzo di quella Sicilia definita “degli sprechi”. I giornalisti inviati da Massimo Giletti su questo argomento volevano intervistare un ex deputato del Grande Sud, Franco Mineo. Anche perché dopo la mancata elezione è stato rinviato a giudizio per corruzione elettorale. E nonostante ciò, da alcuni mesi è stato nominato segretario particolare dell’assessore all’Agricoltura.

ALLA RICERCA DI MINEO

Il giornalista recatosi in assessorato non trova però il Mineo. Ma non demorde, e inizia a cercare il figlio Andrea, oggi consigliere comunale a Palermo, vice presidente di Commissione e funzionario dell’assessorato dei Beni culturali. Per questo si reca in Consiglio comunale, e viene accolto dai commessi in Sala delle Lapidi. Andrea Mineo non c’è, perché è ammalato, ma il giornalista ha l’occasione per assistere e riprendere un “gustoso” siparietto con la partecipazione straordinaria dei commessi che mangiavano arancine.

AL COMUNE SI MANGIANO ARANCINE E SI FUMA

Era il 13 dicembre ed uno dei commessi ha spiegato al giornalista: «Che vuole, oggi è la giornata delle arancine. Ce ne sono al burro, al sugo di salsiccia ma anche alla buttanesca». Nel contempo un altro commesso, in divisa, stava fumando, e al giornalista che sottolineava il divieto in atto, ha risposto: «Stai zitto, fatti i c...i tuoi». E, non contento: «Ma futtitinni». Infine: «Ma che c…o me ne fotte?»

ACCERTAMENTI PER PROVVEDIMENTI

In merito a questi episodi di “normale degrado”, il presidente del Consiglio Comunale ha avviato accertamenti, accompagnati da questa nota: “A seguito della diffusione di immagini che ritraggono alcuni dipendenti in servizio a Palazzo delle Aquile in atteggiamenti poco consoni al ruolo e al luogo, il sindaco Leoluca Orlando ha disposto che tramite l’Ufficio di Gabinetto siano effettuati gli accertamenti relativi all’identità degli stessi, procedendo all’assunzione di adeguati provvedimenti sanzionatori previsti dal contratto e al loro trasferimento presso altre sedi”.

Nessun dipendente – continua la nota -, quali che siano ruolo e funzioni può dimenticare di essere sempre e comunque espressione dell’Amministrazione comunale. Comportamenti e atteggiamenti in contrasto con l’immagine e il decoro delle istituzioni e, ancor più, comportamenti lesivi delle norme di tutela della salute pubblica, non sono e non saranno tollerati, ma piuttosto sanzionati secondo quanto previsto dal contratto collettivo”.