Di Malaury Martin la tifoseria rosanero ha apprezzato, sin da quest’estate, la grinta e le qualità in mezzo al campo come gestore della manovra. Un regista classico che, probabilmente, a molti ricorda elementi di spicco nel Palermo degli anni migliori. Da Liverani a Corini, il compito del francese in questa prima tranche di campionato è stato molto ben svolto, anche grazie al contributo e all’esperienza di Martinelli, altro pilastro dell’organico di Pergolizzi. La vita di Martin è cambiata parecchio, dall’approdo in Sicilia. Isola in cui, come racconta a Repubblica, la sua vita professionale è praticamente “rinata”.
PALERMO, ARTE E TESORI
Ad un passo dalla fine del girone d’andata, la “mente” dei rosa sottolinea che “In cinque mesi il mio mondo è cambiato in bene. Siamo primi e la vita a Palermo mi piace. Avevo perso entusiasmo. Le maglie che indossavo non erano giuste, il fuoco dentro non riusciva a divampare. Mi sono innamorato – prosegue – del clima, dell’amore che la gente ha per il rosanero e di una città ricca di storia e d’arte. Con Bianca, mia moglie, ho visitato il teatro Massimo e altri tesori”.
IMMONDIZIA, POCA CURA IN GIRO
Così come i palermitani c’è, però, qualcosa che ha sorpreso il francese. “L’immondizia. È un vero peccato – spiega –, amo la natura. Qui si vive di mare, ma vedo poca cura in giro. Passerò la vigilia di Natale a Montecarlo, a casa dei genitori di mia moglie, con nostro figlio William, mentre il 25 a Nizza. Il secondogenito nascerà a Montecarlo, i primi tempi avrà bisogno del supporto familiare. Un altro maschietto sarà il nostro regalo di Natale”.
FELICI? SI’, MA NON SOLO…
In poco tempo si è ritagliato uno spazio da big del Palermo di Pergolizzi, un tecnico che “mi fa pensare – dice Martin – al Blackpool e a Ian Hallowey, difensore anche lui, che sapeva motivarmi, aveva la personalità di quando giocava, e utilizzava il 4-3-3. Il rapporto con Pergolizzi è professionale, poche parole ma non ci nascondiamo”. Spazio anche per Felici, per il quale il francese spende parole importanti: “Mattia è bravo, deve mostrare più continuità. È il più piccolo, ma alla sua età alcuni giocano in A. Tanti giovani hanno qualità: Kraja, Doda, Peretti, Langella…”.