Nemmeno Rosario Pergolizzi può sfuggire all’inflessibile giudizio ed all’attento occhio della simpaticissima, ma rigorosa, vecchietta tutto pepe che conosciamo con l’appellativo di Befana. Ebbene, sì: oggi è il 6 gennaio e, come da tradizione, si festeggia l’Epifania che tutte le feste, per l’appunto, si porta via. In questo ultimo giorno che chiude ufficialmente il periodo natalizio, c’è la corsa alla celeberrima calza: dolci, soldi e varie leccornie si assestano sotto la cappa, luogo dal quale dovrebbe planare l’anziana eroina, per addolcire la giornata. Ma cosa succede se il proprietario dello “scrigno di dolciumi” non si è comportato sempre bene durante l’anno appena passato? Beh, in questo caso troverà un po’ di carbone che fungerà da monito per il futuro. Un cartellino giallo, ecco. Cosa avrà trovato nella sua calza rosanero l’allenatore del Palermo Calcio?
UNA CALZA DOLCE ED AMARA PER PERGOLIZZI: ECCO LA PARTE ZUCCHERINA
Andiamo con ordine. La premessa è doverosa: non esiste nessuna calza che non sia provvista di carbone. La perfezione, si sa, non è di questo mondo e Rosario Pergolizzi non sfugge a questa legge umana. La prima metà di campionato da allenatore del Palermo Calcio ha portato diversi cioccolatini ma altrettanti, acri, pezzi di carbone. Come per qualsiasi tecnico sulla faccia della terra, contano i risultati sul campo. E questi rappresentano una delle bontà nella calza: i rosanero, come da programma, comandano le operazioni trovandosi, dopo diciotto giornate, in vetta alla classifica del Girone I della Serie D con 44 punti.
Altre note positive arrivano da alcune statistiche: il Palermo Calcio possiede il miglior attacco del torneo (32 reti) e la difesa meno perforata (11 goal). Questi due dati, ovviamente, regalano anche la differenza reti più rilevante ai siciliani con un rassicurante +21. Giovanni Ricciardo, poi, dista un solo goal dalla vetta dei capocannonieri: 9 segnature contro le 10 dell’attuale attaccante principe della speciale graduatoria. Un buon bottino dolce in una calza che, però, conosce molte zone d’ombra “sporcate” dal colore scuro del carbone.
ECCO IL CARBONE PER PERGOLIZZI: QUALCOSA NON VA, MISTER!
Eh no, caro mister: qualcosa non torna nella sua gestione del Palermo Calcio. E per ogni “bruttura“, si merita un pezzetto di carbone come monito per il futuro. Nessuno sfugge alla Befana, eravamo stati piuttosto chiari ad inizio articolo. I rosanero sono primi in classifica ma il Savoia 1908 dista soltanto tre lunghezze. Possibile sia questa la causa della critica? Non proprio. Diciamo che è collaterale: i siciliani hanno sprecato un margine di vantaggio di dieci punti negli ultimi mesi mettendo in discussione una promozione che, dopo le prime dieci vittorie di fila, sembra essere una mera formalità. Un risveglio poco dolce da un sogno, forse, troppo semplicistico.
Dall’analisi appena sviscerata, deriva un altro dato allarmante: nelle difficoltà, il Palermo Calcio difficilmente riesce a controbattere con la fermezza di chi, a bocce ferme, avrebbe dovuto recitare il ruolo dello schiacciasassi. Del predatore alpha del Girone I della Serie D. Colpa soprattutto dei calciatori? Sì, ma anche il tecnico ha una percentuale di errore in questa situazione.
IL TOCCO DI CARBONE PIÙ GRANDE: IL GIOCO DEL PALERMO
Eccoci arrivati al carbon-icerberg che, a volte, riesce ad affondare il transatlantico rosanero. Esattamente come accadde al Titanic. Il gioco del Palermo Calcio non entusiasma, siamo tutti d’accordo? Spesso le partite vengono risolte dalle giocate individuali di calciatori al di sopra dell’attuale categoria dei siciliani. Le trama offensive sono spesso evanescenti e si perdono sul più bello: l’ultimo passaggio, infatti, risulta fastidiosamente impreciso. Le punte palermitane, soprattutto Ricciardo, si trovano in molti casi in costante fuorigioco, segno che i meccanismi nei movimenti vanno oliati di più.
La difesa regge bene ma, a volte, subisce troppo l’esuberanza delle formazioni rivali che, giocando contro il Palermo, mettono in campo una voglia di vincere abnorme. Ecco perché servirebbe un gioco più frizzante ed ordinato. Il Palermo non ruba l’occhio anche se è stato costruito per stravincere il proprio raggruppamento: questa è la colpa suprema che merita un bel pezzo di carbone.
Le sostituzioni (vedi Kraja) appaiono monotone, come da copione. Contro il Marsala Calcio, il pubblico del Renzo Barbera ha preso una posizione netta. Ed eravamo allo stadio, sappiamo di cosa stiamo parlando: al momento del cambio di Felici per Silipo, i tifosi non hanno gradito. La scelta si è rivelata corretta, alla fine, ma Pergolizzi ha corso un bel rischio! Altro grande rischio? Perché togliere Ricciardo per Accardi sul 2-1 quando in panchina non c’è Sforzini? Cosa sarebbe successo che, casualmente, la compagine lilibetana avesse siglato, magari in mischia, il punto del pari? Altro enorme rischio che, fortunatamente, non si è concretizzato.
P.s: ieri Mauri è stato uno dei migliori in campo. Come mai l’abbiamo ammirato così poco?
LA CALZA DI PERGOLIZZI È BUONA MA NON BUONISSIMA
Molti difendono l’operato di Pergolizzi. E fanno bene: il Palermo Calcio, ad oggi, sta centrando il suo obiettivo. Altri, invece, vorrebbero vederlo lontano dalla panchina rosanero. Ed è sacrosanto pensarla diversamente dai primi, soprattutto per le varie zone d’ombra della sua gestione. La verità, come sempre, alberga nel mezzo di questa discussione: la calza del mister palermitano è composta da svariati dolci e da diverso carbone. Una calza normale, insomma. Come sono stati normali i primi mesi alla guida del Palermo: non eccezionali ma nemmeno tragici.