Missili contro basi americane in Iraq

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La vendetta dell’Iran per l’uccisione del generale Soleimani è arrivata. Era all’incirca mezzanotte italiana, quando Teheran ha avviato l’operazione Soleimani Martire lanciando una dozzina di missili contro le basi irachene Ayn al-Asad ed Erbil che ospitano militari statunitensi. Si parla di almeno 80 vittime e circa 200 feriti. All’interno di una delle basi è presente anche il contingente italiano. Secondo l’agi, peró, che ha diramato per prima la notizia nel nostro Paese, i nostri militari sarebbero radunati in un’area di sicurezza, in appositi bunker, e sarebbero tutti illesi.

Basi

RIVENDICAZIONE

La Guardia Rivoluzionaria ha rivendicato l’attacco, affermando che ‘la feroce vendetta è iniziata’ per l’uccisione del Generale Soleimani, avvenuta lo scorso 3 gennaio. I Pasdaran hanno poi minacciato “risposte ancora più devastanti” in caso di nuovi attacchi statunitensi. Se l’Iran dovesse essere attaccato sul suo territorio, Dubai, Haifa e Tel Aviv verranno colpite in un terzo round di attacchi da parte dell’Iran. Secondo l’agenzia Bloomberg, Teheran avrebbe anche minacciato di colpire direttamente l’America sul suo territorio se Washington reagirà.

Per Al-Jazeera sono 13 i missili che hanno colpito le basi, mentre altre fonti, come per esempio Voice of America parlano di 35 attacchi. Il Pentagono ha confermato la rivendicazione. Il presidente americano Donald Trump, tempestivamente informato, ha riunito il Consiglio per la sicurezza nazionale.

Sempre secondo Bloomberg, alcuni caccia americani sarebbero in volo sulla Siria pronti a reagire nell’area di Deir Ezzor, nell’est del Paese.

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