Il Palermo che pareggia in casa del San Tommaso, squadra capace di conquistare nelle ultime otto gare la miseria di due punti, terrorizza. Terrorizza una piazza che, a un certo punto di questa serie D, leggi le prime dieci vittoriose giornate, si era davvero illusa che tutto si sarebbe risolto in una passeggiata di salute. Il primo campanello d’allarme contro il Savoia all’11^ giornata. La compagine che oggi, vincendo a Castrovillari si porterebbe a un solo punto dai rosanero.
PALMI ANCOR PIU’ DEL SAVOIA
Da quel maledetto 10 dicembre è come se l’incantesimo si fosse spezzato. A testimoniarlo, l’opaco pareggio di Palmi del turno seguente, contro quel fanalino di coda che tale è rimasto. Era la dodicesima giornata e la Palmese, che con la capolista conquistò il suo sesto punto, nelle sei gare successive ottenne soltanto due pareggi. Da quell’incontro dal Palermo ci si attendeva ben altra risposta, decisa, rabbiosa, da prima della classe. Dati sintomatici di un’involuzione iniziata proprio allora, e mitigata dalle vittorie, sempre di misura e mai del tutto convincenti sul piano del gioco contro ACR Messina, Giugliano e Castrovillari.
LA CADUTA DEGLI DEI
In mezzo intanto, si perdevano punti fondamentali, e per lo più in casa, sia contro l‘Acireale (gara in cui gli etnei hanno messo a nudo tanti punti deboli del Palermo) che col Troina. Insomma, con quei satanassi del Savoia ormai a un tiro di schioppo, l’intero ambiente rosanero si apprestava a trascorrere un Natale tutto fuorchè sereno. E i due rigori falliti contro gli ennesi da Ricciardo e Sforzini al giro di boa, contrapposti alle vittorie conquistate sul filo di lana dagli oplotini, suonavano come la più sinistra e inquietante delle sirene. Anche la dea bendata sembrava avere voltato le spalle al Palermo, e si sa che, senza di lei, tutto si fa maledettamente più complicato.
TIFOSI E ALLENATORE AI FERRI CORTI
Oggi, dopo la scoraggiante prova in Iripinia, anche il più strenuo difensore di Pergolizzi, in cuor suo un paio di domande se le fa. E se la vittoria, meritata ma non meritatissima contro il Marsala nella prima di ritorno, aveva allontanato certi fantasmi, questo punticino colto a fatica col San Tommaso deve indurre a serie riflessioni. Quello che più di ogni cosa inquieta è stata la mancanza di un’idea di gioco ma anche la totale assenza di “garra“. Elementi senza in quali neanche il miglior fuoriclasse, altro che Floriano (tra l’altro in evidente ritardo di preparazione), potrebbe togliere le castagne dal fuoco. E’ giunto il momento di parlare chiaro con la massima onestà intellettuale. Il Palermo in D non può, con un intero girone di ritorno, cominciare a sperare nel Castrovillari.