Bagheria, pugni all’allenatore: daspo per un papà

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Al termine di una partita del campionato under 15 regionale, un uomo di 50 anni, genitore di un piccolo calciatore della Fortitudo Bagheria, ha preso a pugni l’allenatore davanti ad alcuni ragazzini. L’allenatore è stato accusato di aver tenuto in panchina, per tutto il corso della partita, il figlio quindicenne.

allenatore

L’aggressione è avvenuta sabato pomeriggio, durante la partita valida per il campionato under 15 regionale tra Fortitudo Bagheria e Demma Ribolla calcio di Palermo, terminata 1-0 per la squadra palermitana. L’allenatore vittima dell’aggressione è Giuseppe Capuano, “colpevole” di non aver fatto giocare il ragazzino.
All’allenatore, trasportato al pronto soccorso di Bagheria, i medici hanno riscontrato un trauma cranico.

Per il 50enne il questore Renato Cortese ha disposto il Daspo. L’uomo non potrà accedere agli impianti sportivi del territorio nazionale e degli altri stati membri dell’Unione europea dove si disputeranno tutte le manifestazioni calcistiche, anche amichevoli, per la durata di un anno.

DICHIARAZIONE QUESTORE

La vittima, colpita al volto, ha riportato la lesione alla mandibola. “Il questore -spiega- ha valutato la condotta minacciosa, violenta e in grado di creare turbative all’ordine e alla sicurezza pubblica e ha attribuito al gesto compiuto davanti a diversi ragazzini minorenni una forte mancanza di valore sociale nonché educativo, per questo ha diffidato il papà del giovane giocatore”.

LA REAZIONE DELLA SOCIETA’

La Fortitudo Bagheria ha deciso di espellere il giovane calciatore dalla sua rosa. Ecco cosa ha scritto Pierandrea Figlia in un post su Facebook.  “Io, e con me la società nelle componenti dirigenziali e tecniche, esprimiamo piena solidarietà a un allenatore che, prima ancora di essere un tecnico professionale e appassionato, è una persona perbene. Una persona che incarna perfettamente quei valori che, da sempre, fondano la nostra idea di sport e di calcio: etica, lealtà, educazione e rispetto.

Porrò in essere con immediatezza e personalmente gli inevitabili provvedimenti verso l’autore del gesto. Perché la violenza nella mia visione dello sport non è concepita e mai giustificata o giustificabile. Oggi la Fortitudo, con quanto successo, ha subito una metaforica sconfitta che fa molto male e che dimostra come professare certi valori positivi non è mai abbastanza. Tuttavia, non sarà un ignobile e isolato cortocircuito a spegnere in noi la voglia di continuare a spendersi. Perché i valori di cui sopra trionfino ogni giorno nel calcio e -in generale- nella vita”.

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