È nato da pochissimi giorni il Palermo Fan Club New York, una nuova alcova di tifosi rosanero che sostengono il Palermo Calcio nonostante un intero oceano di distanza. La nuova iniziativa ha eletto Tony Di Piazza presidente onorario mentre Damiano Palazzolo, sicilano doc, è divenuto il primo presidente del neonato club. Questo nuovo gruppo è nato per unire tutti i tifosi rosanero che vivono negli Stati Uniti e vuole puntare fortemente sulle tradizioni sicule che, nonostante la distanza, sono sopravvissute nel territorio ricco d’opportunità a stelle e strisce. Tutto per amore della Sicilia e del Palermo Calcio, la realtà calcistica più importante e ricca di storia dell’isola italiana. Un orgoglio nostrano esportato in terra straniera. Come un buon vino. Anzi, come un delizioso cannolo creato a regola d’arte. Perché è impossibile, nonostante la lontananza, rinunciare all’eco delle proprie radici.
IL PRESIDENTE DEL PALERMO FAN CLUB NEW YORK
Damiano Palazzolo è un siciliano che ha deciso, come molti connazionali, di lasciare l’Italia per stabilirsi negli Stati Uniti. Precisamente a New York. Nonostante sia molto contento della scelta fatta (sono passati ormai 18 anni dal trasferimento definitivo nel “Nuovo Continente“), le radici italiane e siciliane lo riportano ogni anno nella sua terra natale. Precisamente a Castellammare del Golfo, cittadina di 15.000 abitanti in provincia di Trapani.
Un occhio al presente ed uno al passato: per Damiano è impossibile recidere il cordone ombelicale che lo unisce al suo Palermo Calcio ed alla Sicilia in generale. Ma la sua vita attuale la vive in quel di New York. Come si possono fondere insieme due ingredienti fondamentali che compongono la sua personalissima storia? Con la creazione del Palermo Fan Club New York: la sintesi di una vita intera scandita dai battiti di un cuore rosanero. Abbiamo intervistato il presidente di questo nuovo club appena nato. Ecco cosa ci ha raccontato dall’affascinante città soprannominata “la grande mela“.
L’INTERVISTA A DAMIANO PALAZZOLO
Qual è l’obiettivo di questo gruppo appena nato?
“Il gruppo è nato diversi mesi fa, almeno a parole. Ma ieri è stato finalmente ufficializzata questa nuova nascita. Io sono il presidente provvisorio del Palermo Fan Club New York e ieri è stata fatta la prima riunione ufficiale. La cosa che mi ha colpito di più è che c’erano due ragazzini americani ma di origini siciliane che sono, ovviamente, perfettamente calati nella realtà statunitense che tifano Palermo ed avevano le magliette. Ci fa onore questa cosa. Obiettivi? Il primo è quello di tifare per i rosanero. E questo è fuori discussione. L’altro è quello d’ingrandirlo il più possibile. Con l’avvento di Tony Di Piazza stiamo cercando di riunirci tutti sotto la bandiera palermitana. Il gruppo nasce con l’intento di stare insieme vedendo le partite del nostro Palermo”.
Come viene visto il palermitano dall’americano? Con simpatia o indifferenza?
“In modo speciale. La curiosità è tanta. Il concetto cardine è quello di tramandare le nostre radici, la nostra sicilianità. Gli americani sono spesso incuriositi da quello che facciamo, da cosa organizziamo. Ed è una cosa meravigliosa. Posso dire che il rapporto tra siciliani e statunitensi è molto buono. Un’amicizia costruita nel tempo: prima erano un po’ restii e parlavano sempre di mafia. Ormai siamo integrati”.
Il Palermo Fan Club New York può essere un cordone ombelicale tra gli Stati Uniti e la Sicilia? È un modo per stare più vicini a tradizioni e radici?
“Assolutamente sì. Hai detto una cosa giustissima, è la verità. Il tifo per il Palermo, quindi anche il gruppo, serve a noi per essere più uniti e vicini alle nostre origini. È un modo per preservare questo cordone ombelicale che si chiama Sicilia, ovvero la terra più bella che ci sia. E posso dirti anche di più, a proposito di tradizioni: attraverso le nostre donne, mamme e suocere, negli States si sono mantenute le usanze siciliane che ci fanno sentire ancora a casa”.
Quali sono le iniziative futuro del gruppo? Vi vedremo al Renzo Barbera?
“Ne abbiamo parlato anche ieri sera: se ci riusciamo, entro maggio tenteremo di organizzare una sortita di tre-quattro giorni a Palermo. Ci metteremo in mezzo ai nostri fratelli palermitani insieme a Tony Di Piazza. Vogliamo viverla con gli altri tifosi. Mirri è venuto qui ed è rimasto meravigliato del club e della gente. Stavolta tocca a noi venire”.
Durante le riunioni del Palermo Fan Club New York c’è un momento dedicato ai prodotti tipici siciliani? Durante la partita un bel cannolo ci sta sempre bene…
“Ovviamente, che domande! Cassatine, moffolette, formaggio e sarde. Prossimamente ci riuniremo facendoci una spaghettata aglio, olio e peperoncino. Poi devo essere onesto: i ristoranti italiani fanno bene arancine, pasta e pizza. Noi mangiamo tipicamente siciliano, anche qui. Paradossalmente, quando non mangiamo i prodotti tipici della nostra terra ci scherziamo su dicendoci ‘Andiamo a mangiare americano oggi?’ Insomma, all’inverso”.
Da così lontano, come vedete la gestione della Sicilia?
“In estate, un mese in Sicilia è sacro. Torno a Castallamare del Golfo proprio per rivivere le mie radici. Per il restante anno, vivo la mia terra da fuori e purtroppo la vedo brutta. Tra giornali e social network non arrivano belle notizie”.
Avete in mente una festa per il vostro esordio ufficiale in occasione di Marina di Ragusa-Palermo?
“No, la faremo più avanti. Anche perché, parlando con Di Piazza, c’è la possibilità che il Palermo Calcio, nel mese di giugno quindi a fine campionato, venga qui a New York per una bellissima festa. Sarà una cosa eccezionale: non importa la categoria nella quale gioca. Sempre il Palermo è. Più uniti siamo e più il club diventerà grande!”
Il nuovo corso del Palermo sta dando un risalto davvero importante a tifosi che erano dimenticati. Come la vivete?
“È verissimo. Si vive un risveglio palermitano, soprattutto a New York con l’avvento di Tony Di Piazza. Le persone sono spuntate come funghi: prima erano tutti nascosti, adesso invece c’è una voglia di Palermo incredibile. Hanno tirato fuori bandiere, sciarpe e magliette: persone che nemmeno sapevo fossero palermitane. Incredibile. Di questo club ne parla tutta New York e la cassa di risonanza è arrivata anche in Sicilia. Tifare per i rosanero deve essere uno stimolo per fare qualcosa di bello per la nostra terra”.
Il Palermo lo vince questo campionato?
“Abbiamo visto due facce del nostro Palermo: quella delle vittorie consecutive e quella della difficoltà che hanno portato la compagine di Pergolizzi a dilapidare un grande vantaggio in favore del Savoia che, adesso, è a meno cinque in campionato. Anche domenica contro il Roccella abbiamo un po’ sofferto, non si vede un bel gioco. Accontentiamoci, è un nuovo inizio. Obiettivo è la Serie C ma tra i professionisti bisognerà investire moltissimo sulla squadra. La piazza minima per il Palermo è la Serie B”.
Questo amore può essere preso come esempio dai tifosi che vivono a Palermo? Qualcuno non va allo stadio anche se è dietro casa mentre voi create gruppi…
“Deve essere un esempio d’amore a distanza per tutti coloro che sono rimasti delusi dalla retrocessione. Una fede non muore mai, soprattutto nel momento di massima difficoltà. Ci piacerebbe diventare un esempio per chi potrebbe andare allo stadio ma sceglie di non farlo. Proprio per questo motivo, voglio concludere questa chiacchierata con la mia solita frase: forza Palermo!”
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