Si riaccende la speranza per gli ex lavoratori dell’Opera Pia Ruffini

L’opera Pia Ruffini presieduta dall’arcivescovo di Palermo nel 2017 ha annunciato di essere sull’orlo del fallimento e ha licenziato 42 dipendenti

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L’opera Pia Cardinale Ernesto Ruffini presieduta dall’arcivescovo di Palermo, Monsignor Corrado Lorefice, gestiva centri per anziani, bambini e disabili. Nonostante l’ente ricevesse i soldi dai finanziamenti pubblici, nell’ottobre del 2017 ha annunciato di essere sull’orlo del fallimento e ha licenziato 42 dipendenti, con molti stipendi arretrati, mai percepiti da quest’ultimi. In un primo momento era stato chiesto ai dipendenti una riduzione dell’orario di lavoro e di conseguenza una riduzione dello stipendio, al fine di non essere licenziati.

opera pia

Non si placano le polemiche per il licenziamento dei 42 lavoratori licenziati. Dopo due anni e una sentenza del giudice del lavoro, gli ex dipendenti aspettano ancora il pagamento delle 18 mensilità arretrate. Adesso, su richiesta del M5S la vicenda entra alla Regione per capire se l’ente è privato (come dichiara il tribunale del lavoro) o pubblico (come sostiene l’ufficio legislativo e legale).

Ieri i lavoratori si sono ritrovati in sit in davanti al palazzo dei Normanni, perché sì è riaccesa una speranza con l’audizione in quinta commissione lavoro richiesta dal movimento 5 stelle. Richiesta in relazione ad un documento legislativo e legale che chiarisce in 7 pagine che l’ente è un ipab e quindi è pubblico.

L’INTERVISTA A ERNESTO BELLITTERI

“Per la regione è un ente pubblico, -racconta il sindacalista Ernesto Bellitteri a Palermo Live – mentre il tribunale, nei ricorsi, ha dato parere di natura privatistica. I lavoratori si trovano al centro: se l’ipab è di natura privatistica non hanno preso mai la naspi, perché non gli spetta, se invece è di natura pubblica bisognava trovare anzitempo le adeguate  soluzioni. E soprattutto –continua-  bisognava attivare l’istituto della mobilità se non avevano più le possibilità per continuare i servizi sociali”.

Legge regionale

“C’è una legge regionale – ricorda il sindacalista – che dice espressamente che quando un’ipab non ha più i requisiti per svolgere i servizi sociali per cui è nata, dovrebbe estinguersi. L’opera Pia Ruffini, a quanto detto da un delegato dell’assessorato dell’opera Pia famiglia, non ha ancora fatto richiesta di estinzione. A questo punto –continua- i lavoratori chiedono che sia la Regione stessa a richiedere un’estinzione. Ció in modo che tutto il patrimonio immobiliare passi, secondo la legge, al Comune, il quale ha il compito di assorbire tutto il personale e continuare i servizi sociali alla città”.

Da 42 a una ventina

“Allo stato attuale, visto che c’è stata una diaspora fra i lavoratori, c’è chi è andato in pensione grazie a quota 100. C’è anche chi è andato fuori Palermo e chi invece vista l’età aspetta il pagamento delle mensilità ordinate dal giudice del lavoro in data 18 febbraio del 2019, per potersi pagare i contributi ultimi ai fini pensionistici. Così come aveva dichiarato e promesso la vicepresidenza dell’opera Pia Ruffini all’indomani dell’ordinanza, -continua- quest’ordine sarebbe stato adempiuto. Questo per fare in modo che i lavoratori potevano pagarsi i contributi previdenziali ed andare in pensione.
Dai 42 iniziali sono rimasti circa una ventina che potrebbero essere ricollocati”.

12.000€ erogati e poi richiesti indietro

“Dopo l’intervento delle iene quella somma era stata erogata. L’arcivescovo ha pagato 12.000€ ciascuno, che si è però ripreso per compensare gli stipendi da pagare”.

In attesa di comunicazioni

“All’assemblea regionale il presidente ha detto a tutti i presenti che bisogna riaggiornarsi per chiarire per sempre questa situazione. –continua-  Anche la Regione deve capire che responsabilità ha ed ha avuto, quella di invitare espressamente Monsignor Lorefice e il presidente Musumeci, perché bisogna capire il perché non è stato nominato, a distanza di due anni, il componente che rappresenta la Regione nel consiglio di amministrazione. Il consiglio di amministrazione dell’opera Pia è composto dall’arcivescovo presidente, dal vice presidente nominato dall’arcivescovo stesso e il componente della Regione siciliana (la persona che, in questo caso, rappresenta Musumeci). Da due anni questa persona non è più stata nominata e la delibera di chiusura dei servizi e del licenziamento del personale è stata fatta da due persone: l’arcivescovo e il vice presidente”.

“Si riaccende una speranza in quelli rimasti, se è possibile, la ricollocazione, ma soprattutto si vuole il pagamento dell’indennizzo che ha ordinato il giudice. La gente – conclude Ernesto Bellitteri – non può continuare a sopravvivere sulle spalle di amici e parenti“.

Il 3 febbraio ci sarà un sit in, autorizzato dalla questura, davanti a palazzo d’Orleans.

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