Prendiamoci i tre punti e tiriamo un sospiro di sollievo. Il Palermo vince a Ragusa e tiene a cinque punti di distanza il Savoia vittorioso a Marsala. La sfida a distanza continua e più ci si avvicinerà alla fase decisiva del torneo più la pressione sulla squadra rosanero si farà forte. Ecco perché, tanto per cambiare, certe parole di mister Pergolizzi lasciano perplessi, per non dire preoccupati. L’allenatore si è detto arrabbiato coi suoi perché, dopo il vantaggio, hanno arretrato troppo il baricentro della squadra, puntando a giocare di rimessa, ma dando spazi e la possibilità di rendersi pericolosi agli avversari. Che, su punizione, al 94′ hanno fatto scendere una goccia di sudore freddo sulla schiena di Pelagotti e rischiato di far venire un infarto ai tifosi rosanero.
SI ALLENI LA TESTA CONTRO LE PRESSIONI
Il Palermo, pur non brillando, ha costruito diverse occasioni da goal, alcune clamorose, sciupate in maniera banale, incredibile. Perché? Secondo Pergolizzi i suoi ragazzi sbagliano perché dobbiamo vincere, “amu a vinciri, come dice la gente”, perché sentono la pressione. Quindi, se tanto mi dà tanto, quando il clima del campionato diventerà incandescente, questi giocatori la porta non la beccheranno nemmeno coi cannoni. Battute a parte, c’è da sperare che Pergolizzi sappia dove mettere le mani, ovvero sulle teste dei suoi calciatori, oltre che sugli schemi tattici. Perché se è vero che in organico ci sono pure ragazzini ai quali la piazza di Palermo può incutere più timore che carica, in squadra ci sono anche marpioni che hanno esperienza di campo, in questa e altre categorie.
COERENZA PLEASE
E, d’altronde, per quello è stata presa gente come Sforzini, Ricciardo, lo stesso Santana e qualche altro senatore. Il Palermo è stato costruito per provare a vincere e non può farsi venire il braccino corto. Le parole di Pergolizzi, poi, stonano perché è stato lui, prima di tutti a parlare di “golletto” buono per vincere le partite, a prescindere dalla mancanza di un gioco degno di questo nome. Difficile instillare nella squadra una mentalità diversa, alla quarta giornata di campionato. Serve soltanto a indirizzare le, diciamo così, perplessità dei tifosi sui calciatori che sbagliano. A leggere i commenti degli appassionati, però, insieme al riconoscimento che a Ragusa si è visto qualcosina di meglio delle ultime uscite, con San Tommaso e Roccella, c’è anche la difficoltà a comprendere la ratio delle sostituzioni, nel secondo tempo.
CAMBI STRAMBI
In particolare, quella di Sforzini con Martin, una punta con un centrocampista, quando mancavano venti minuti alla fine. Così, al Palermo è mancato un riferimento avanzato, quello che poteva essere anche Ficarrotta, come falso nueve, una insidia ulteriore per il Ragusa. Che, nel finale di gara, infatti ha rischiato sì di prendere il secondo, ma pure di pareggiare, in un paio di occasioni, fino a quella punizione di Verachi al 93′. Insomma, c’è da lavorare, per costruire e concretizzare, per evitare di soffrire e di far soffrire i tifosi. E di prendersi, ognuno, le proprie responsabilità.