Aggressione per “cori strisciati”: identificati i colpevoli

Nel mese di ottobre, in centro a Palermo, un gruppo di ragazzi era stato aggredito per questioni di tifo. Denunciati tre giovani, denunciati per lesioni aggravate

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Identificati dai carabinieri i tre giovani che, durante il mese di ottobre dello scorso anno, sono colpevoli dell’aggressione nei confronti di alcuni ragazzi in via Cavour, a Palermo, a causa di qualche parola di troppo per via della fede calcistica.

Aggressione

LA RICOSTRUZIONE DEI FATTI

Durante l’autunno scorso, tra i locali di via Cavour, in un momento di goliardia, un gruppo di giovani amici aveva iniziato a intonare alcuni cori da stadio in favore della squadra del Palermo calcio. Questo momento di divertimento si è trasformato in fatto di cronaca nell’attimo in cui un altro gruppo di ragazzi, accanto a loro, ha deciso di aggredirli, forse indispettiti dalla battuta: “se questi ragazzi non cantano è perché sono strisciati, della Juve o dell’Inter“.

LA TESTIMONIANZA DELLE VITTIME

Uno dei giovani aggrediti aveva raccontato quegli attimi di paura: “Gli abbiamo subito detto che stavamo scherzando e che non c’era ragione di litigare. Erano in 7 o in 8. Hanno iniziano a menarci di brutto. Hanno continuato ad infierire pure dopo averci visto per terra stremati e pieni di sangue. Appena sono arrivati i carabinieri loro non c’erano già più. Siamo sotto choc“.

DENUNCIA PER TRE GIOVANI

Secondo quanto riportato quest’oggi dal quotidiano PalermoToday, nelle ultime ore sono stati identificati i colpevoli dell’aggressione. Si tratta di tre giovani di 22, 26 e 27 anni, accusati di lesioni aggravate. Grazie ad alcune riprese delle telecamere di sorveglianza della zona in cui si è verificato l’accaduto sono stati identificati gli aggressori e, contestualmente, sono stati sequestrati un casco (utilizzato per colpire una delle vittime) e gli indumenti indossati quella sera dai giovani denunciati. Identificati i colpevoli, questa mattina, i carabinieri hanno notificato l’ordinanza disposta dal giudice per le indagini preliminari e la misura cautelare dell’obbligo di dimora.

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