Fino a quando ci saranno loro, pronti a prendersene cura senza chiedere nulla in cambio, Palermo non sarà mai sola. Il nostro giornale, di questi angeli custodi del bene pubblico, se n’è già occupato nel corso dello scorso weekend. Allora, a colpirci fu l’iniziativa dell’“associazione tu sei la città“, con Francesco Atanasio protagonista della raccolta di cicche, in centro, armato di soli spilli e barattoli. Oggi, è invece un’altra libera cittadina, Marilù La Mantia, a sottoporre all’attenzione dell’opinione pubblica, e degli enti preposti a intervenire, un singolare quanto pericoloso episodio.
IL SENSO CIVICO DEI PALERMITANI
“Pericolosissimo direi – esordisce Marilù -. Considerato che quell’accumulo di grossi blocchi di polistirolo, concentrato tra gli scogli frangiflutti e il mare del Foro Italico potrebbe nuocere all’ecosistema marino della zona“. Un grido d’allarme il suo, che tuttavia, all’immobilismo, predilige un pronto intervento volto a raccogliere più rifiuti possibili. “Con mia grande soddisfazione, ho notato che i miei concittadini non sono poi così insensibili come spesso si vuol far credere. Con tempestività e senso civico infatti, diverse persone, assieme alla sottoscritta, si sono sbracciate per cercare di liberare questo tratto di costa dal grosso dei blocchi di polistirolo”.
UNA SEGNALAZIONE CADUTA NEL VUOTO
Un’azione encomiabile ma che rischia di non sortire gli effetti sperati senza l’intervento degli enti preposti alla totale rimozione.”Certamente – sottolinea amara Marilù La Mantia; da quel che sembra i blocchi in questione presentano anche del materiale cementizio. Cosa che fa pensare che si possa trattare di banchine mobili divelte dalla forza di agenti atmosferici, magari appartenenti a vicini cantieri o, addirittura allo stesso porto di Palermo. Ragion per cui abbiamo allertato sia la Capitaneria di porto che la Rap. In ambedue i casi c’è stata una sorta di rimbalzo di responsabilità. Alla fine, sembra che la questione sia di competenza della Polizia municipale sezione disastri ambientali. Una cosa è però certa: più tempo si perde, più il rischio che il suddetto materiale inquinante si disperda si fa concreto”.
GUARDIA COSTIERA DISPONIBILE
Secca e confortante, a tal proposito la risposta da parte della Guardia costiera della Capitaneria di Porto di Palermo. Contattati dal nostro giornale, i militari hanno richiesto tramite posta a mezzo Pec, un dossier completo correlato da foto. “Non abbiamo alcun problema nell’assicurare un pronto intervento – fanno sapere -, anche se, per questioni di competenze territoriali bisognerebbe organizzarlo in sinergia con il Comune di Palermo”.