Ci sono gol, nel calcio, che per come maturano hanno il grande potere di coprire, a caldo e per neanche troppo tempo le solite magagne di una squadra. Proprio al 90°, l’imperiosa avanzata di Ficarrotta, finalmente altruista quanto preciso nel servire a Sforzini la palla del 2-0, ha avuto, per i 17.000 presenti al Barbera l’effetto di un balsamo. La folla infatti, davanti a quella spinta costante di un FC Messina tignoso come lo si era dipinto, per l’ennesima volta ha temuto che il famoso “golletto” questa volta potesse non bastare. Ansia a mille e cuore in gola, quel 3-0 del Savoia sulla Cittanovese, segnalato dal tabellone, sembrava pendere sul Palermo e i suoi tifosi come una spada di Damocle.
UN MATTONCINO PESANTE COME IL PIOMBO
Ecco perchè, il boato seguito alla doppietta di un ancora una volta decisivo “Nandogol“, ha saputo tanto di liberazione. Per adesso va bene così, si saranno detti i tifosi sulle note di un, forse ancora troppo prematuro “e se ne va, la capolista se ne va”. Prematuro perchè i punti restano sempre cinque, nè tanti nè pochi ma di certo non bastevoli per dormire sonni tranquilli. Come detto però, coerente con se stesso, il Palermo di Pergolizzi mette un altro, l’ennesimo, mattoncino nella corsa alla promozione. Questa volta pesante come il piombo, perchè una cosa è venire a capo (con tutto il rispetto per il Savoia e per gli stessi calabresi) della Cittanovese, un’altra dello sgorbutico team di mister Gabriele.
Tutto questo al netto, c’è da sottolinearlo con la matita rossa, di ben cinque pesantissime assenze. Perchè Ricciardo, Santana, Doda, Vaccaro e Martinelli, altro non sono che titolari pressochè inamovibili dell’undici di base di questsa squadra.
FC TOSTO COME PREVISTO
Scesi in campo con il piglio ideale per un derby, i giallorossi di azzurro vestiti, in particolare nel primo tempo, per occasioni nitide avrebbero di certo vinto ai punti. Si inizia all’11° con Coria che chiama Pelagotti alla smanacciata in corner, e si prosegue al 17° con la miracolosa scivolata di Lancini che anticipa d’un soffio Dambros a un passo dal vantaggio. Ma non è finita qui. Al 22° infatti, sempre Dambros chiama l’estremo rosanero al miracolo in corner, mentre, al 28° tocca a Marchetti scaldare i guantoni di Pelagotti che blocca in due tempi. E il Palermo? Fatta eccezione per l’assist di Floriano, che al 4° non trova per un soffio la deviazione sotto porta di Sforzini, il nulla.
SFORZINI CASTIGA UN BUON MESSINA
A saltare subito all’occhio dei tifosi è una voragine. Quella che, senza Martinelli ad agire da incontrista, si registra a centrocampo, zona nevralgica sfruttata a dovere dal Messina. Le ripartenze degli ospiti nascono infatti proprio in quel fazzoletto di campo. Ma per fortuna questo è il magic moment del gigante di Tivoli che, dopo il Marina di Ragusa, castiga anche Messina. Al 35°, in seguito a un mezzo pasticcio di Marone, su sponda di Peretti la sua deviazione risulta vincente. 1-0 per il Palermo, nervi tesi e forcing finale degli ospiti.
LE INTUIZIONI DEL MISTER
Nella ripresa, onore al merito, ancora una volta, alle intuizioni vincenti di Pergolizzi. Che rileva un Felici un tantino sotto tono per un più vivace Silipo, e Kraja per Ambro al 9°. Ma soprattutto Ficarrotta per Floriano al 73° nonostante i mugugni di parte del pubblico. Fatto sta che, con l’ingresso dell’ex sancataldese, in coppia con Silipo, i contropiedi del Palermo si fanno sempre più insidiosi fino al gol del raddoppio che mette in ghiaccio il risultato.
GIOIA E PERPLESSITA’
Al triplice fischio è festa sugli spalti, ma già lungo il deflusso dallo stadio, alla soddisfazione dei tifosi del Palermo si mischiano preoccupazione e perplessità. I commenti riguardo la solita gara sofferta più del dovuto si sprecano, nonostante la consapevolezza di avere ottenuto tre punti di platino al cospetto di un avversario di tutto rispetto.
Un articolo di consapevolezza.
A Palermo ce ne vorrebbe un po’ di più…