Mai, durante il corso della stagione, al Palermo e ai suoi tifosi era capitato di provare emozioni tanto forti come a Cittanova. Una battaglia vera, vibrante e senza esclusioni di colpi è stata quella andata in scena al Morreale Proto. Averla vinta, a domicilio di avversari tanto agguerriti e per giunta in inferiorità numerica, fuga ogni dubbio almeno per quanto riguarda anima e compattezza di questo gruppo. Se dei suddetti ingredienti non ne hai in abbondanza, dalle pendici dell’Aspromonte, per come si erano messe le cose, è poco ma sicuro che a casa ci torni con le ossa rotte.
L’INERZIA E’ TORNATA ROSANERO
Un segnale di fondamentale importanza, che il Palermo dà al Savoia al momento e nel posto giusto. Primo, perchè a meno cinque gare dal big match, l’avere allungato a più sette il proprio vantaggio in classifica, sul piano mentale potrebbe avere un peso non indifferente. Secondo, perchè giocare entrambe in terra di Calabria, a pochi km di distanza, gare dal coefficiente di difficoltà simile, sapeva tanto di antipasto dello scontro diretto. Un antipasto spazzolato per intero dai siciliani, capaci, in questo 2020, di ribaltare l’angosciante inerzia presa dal campionato sul finire del girone d’andata.
Adesso chi sta meglio è il gruppo di Pergolizzi, forte di 16 punti conquistati nelle prime sei gare del girone di ritorno a fronte dei 12 colti dai campani. E in tal senso, l’esito differente dei confronti contro le entrambi gagliarde Roccella (gli oplontini non vanno oltre lo 0-0 al Ninetto Muscolo) e Cittanovese ne è la prova. Almeno stando ad oggi, hanno più garra, più consapevolezza dei propri mezzi e probabilmente anche più fortuna i rosanero.
NEL FINALE TUTTA LA FORZA DI QUESTO GRUPPO
Che contro i ben disposti giallorossi di mister Ferraro, pur andando sotto all’alba del match, e giocando il solito primo tempo col freno a mano tirato, riescono a tornare negli spogliatoi in parità grazie al rigore (contestato) siglato da Floriano . Nella ripresa, come spesso accade nello sport, dall’atmosfera all’insegna del fair play alla corrida è un attimo. Il Palermo ribalta subito con il sempre più prezioso Langella (1-2) ma i padroni di casa lo riacciuffano a venti dalla fine con Tripicchio che trasforma un altro penalty dubbio (2-2). La gara rimane vibrante e tutto si ha meno che la sensazione che le due squadre si accontentino della spartizione della posta.
Il capolavoro di volontà, il miracolo sportivo dopo l’espulsione, ingiusta, di Lancini all’82°. Ti aspetti il colpo mortale dell’ammazzabig e invece esce fuori, prepotente, l’orgoglio della capolista. Peretti all’87° (2-3), e Floriano al 98° (2-4) a porta sguarnita, al culmine di un veloce contropiede calano il sipario sulla più bella delle gare esterne, ma non solo, del Palermo.