Venticinque siciliani acquistavano e assumevano sostanze dopanti che li aiutavano a definire i muscoli e a farli aumentare di volume per poi potersi esibire nelle competizioni a livello nazionale ed internazionale di body building.
I ragazzi in questione assumevano qualsiasi tipo di sostanze, alcune anche molto pericolose. L’indagine sui body builder è iniziata nel maggio del 2016 e mercoledì mattina, dopo quasi quattro anni, i carabinieri del Nas di Palermo hanno fatto scattare il blitz.
L’ACCADUTO
ll blitz è scattato stamattina, mercoledì 12 febbraio, all’alba con la perquisizione, da parte delle forze dell’ordine del Nas che hanno trovato, in provincia di Palermo, Salerno, Messina, Enna, Caltanissetta, Trapani, Ragusa, Siracusa e Treviso, decine di confezioni di sostanze doping. Fra cui steroidi anabolizzanti, ormoni della crescita, diuretici e altre sostanze inserite nell’elenco dei farmaci dopanti.
Secondo le ricostruzioni, il commercio delle sostanze avveniva nelle palestre dove si allenavano gli indagati. È emerso che una di queste palestre era diventata un vero e proprio “ambulatorio del doping”, all’interno di essa i body builder si somministravano le sostanze dopanti anche fra di loro, attraverso iniezioni. Altre volte anche grazie alla presenza di un infermiere professionale il quale si occupava di effettuare delle flebo endovenose.
BUSINESS DA 300 MILA EURO
I titolari, tutti preparatori atletici, avevano creato un business da oltre 300 mila euro all’anno. Per i “capi” dell’organizzazione il Gip di Palermo, su richiesta della Procura, ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari.
Si tratta di Cesare Monte di Partinico, Gaspare Aiello di Partinico, Filippo Masucci di Palermo e Francesco Di Rosalia di Cinisi. I quattro sono stati accusati di associazione a delinquere finalizzata alla ricettazione, al possesso e al commercio di sostanze dopanti.
ALTRE SEDICI PERSONE
Coinvolte anche altre sedici persone, indagate per possesso e commercio di sostanze dopanti. Sei dovranno rispondere anche di esercizio abusivo alla professione sanitaria, in quanto dispensavano terapie nutrizionali consigliando l’uso di farmaci per curare gli effetti collaterali delle sostanze dopanti.
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