Il nuovo Palermo del duo Mirri– Di Piazza, come l’araba fenice rinato dalle ceneri di un club umiliato fino all’inverosimile, per caricare l’ambiente scelse uno slogan che era tutto un programma. “Siamo aquile, siamo fatti per volare” piacque a tutti. Come dire che la squadra di una piazza tanto importante, dalla quarta categoria non avrebbe dovuto fare altro che spiccare il volo. Una planata serena, senza ostacoli, con vista sulla serie C. Per i tifosi rosanero, abituati a ben altri palcoscenici, e innervositi dal dovere pagare i peccati altrui, una pratica seccante da sbrigare il prima possibile. Ecco perchè, nonostante la marcia poderosa del Palermo, quelle rare incertezze, unite alla rimonta del Savoia, hanno finito per disorientarli.
UNA MARCIA INARRESTABILE
Eppure, stando ai numeri, verrebbe da dire che meglio di così, quasi, non si sarebbe potuto fare. Il ruolino di marcia del Palermo, ad oggi fa registrare la migliore media punti di tutto il calcio italiano: 2,47 contro i 2,40 del Monza, che è sì a quota 60 ma con due partite in più. Nelle prime 23 partite dei rispettivi campionati nessuno può vantare i 57 punti accumulati dal team di Pergolizzi. Neanche lo schiacciasassi Benevento in B, o top player in A del calibro di Juve e Inter, tutte a quota 54. E volendo tirare in ballo, il trito confronto con la capolista incontrastata dello scorso anno in D, a questo punto del torneo il Bari vantava tre punti in meno rispetto ai rosanero. Un carro armato volevano i tifosi del Palermo, e, seppur assemblato in poche settimane, quello hanno ricevuto in dono dalla nuova proprietà.
Perchè 18 vittorie nessuno, dalla A alla D è riuscito a racimolarne, ma non solo. E’ infatti lontano dalle mura amiche che il Palermo stupisce, più per il ruolino di marcia che per l’imbattibilità in sè, condivisa con Inter, Monza, Mantova e Turris. In 11 gare esterne, due pareggi e nove vittorie è davvero tanta roba.
CORRENTI DI PENSIERO
Roba da fare dormire tra due guanciali dorati mister Pergolizzi, che invece, causa cinque scivoloni in 23 gare (!) ha dovuto subire sovente gli strali di una critica persino feroce. Ma quì entra in gioco l’estetica, che spesso non fa rima con la concretezza. La voglia di vedere giocare bene il Palermo, a dire il vero raramente è stata soddisfatta. Ma tant’è. Forse, soltanto a questo punto del campionato, anche i più scettici stanno cominciando a rassegnarsi. Lo stesso Giovanni Tedesco, intervistato dalla Zanzarosa su RadioSprint, ha invitato a riflettere:”Il bel gioco dov’è? Ditemi qual è la squadra che gioca bene a calcio. Non solo in serie D, ma anche in serie A. L’importante è che il Palermo vinca il torneo e lasci al più presto questa categoria.”