Non è finita finché non è finita. Un motto che, in genere, si rivolge a chi è in difficoltà perché trovi le forze per continuare a lottare, quando la situazione sembra ormai compromessa. Ma mai come nel caso del Palermo il discorso si può applicare a chi tira la volata, per evitare di dare per scontata una vittoria ancora tutta da conquistare. Sì, perché i sette punti di vantaggio dei rosanero sul Savoia sono tanti, ma non consentono di dormire sugli allori. Abbiamo già visto quanto siano coriacei i campani, capaci di ridurre da tredici a cinque i punti di distacco dal Palermo.
SPETTRI DALLA CAMPANIA
Alimentando una rivalità esagerata, andando spesso oltre una dialettica eminentemente sportiva e agitando vacui spettri e infondati sospetti su determinate decisioni arbitrali, a Torre Annunziata hanno dato una carica e motivazioni ulteriori a una squadra già temibile di suo e per nulla intenzionata a mollare anzitempo. Non è finita finché non è finita, appunto: vale anche per loro. Ha ragione Rosario Pergolizzi a vestire i panni del pompiere, a dire che ancora nulla è stato fatto, che i risultati vengono prima del bel gioco, ma non di un atteggiamento che deve essere sempre improntato alla ricerca del gol e al controllo del risultato. Vinciamo e poi discutiamo. Giusto, sembra di ascoltare certe parole di un tecnico come Iachini che nell’anno della promozione del Palermo dei record in A, ne aveva fatto un refrain.
I TIFOSI ROSANERO RIPRENDONO FIATO
La tifoseria ha recuperato entusiasmo, col ritorno del vantaggio a sette punti e torna a cantare “La capolista se ne va”. C’è da capirlo, in sottofondo sembra di sentire un sospiro di sollievo perché per il rendimento zoppicante dei rosanero e le vittorie a raffica del Savoia, sentivano ormai il fiato degli avversari sul collo. Ma, appunto, non è finita. Mancano undici giornate e il Palermo ha davanti almeno cinque sfide con squadre di alta classifica, da zona play off. Non si possono definire scontri diretti perché la squadra di Pergolizzi ha un ampio margine, ma sono tutte trappole sul percorso del Palermo verso la Serie C. Specialmente se non saranno tutti concentrati sul pezzo.
CALENDARI A CONFRONTO
E ben quattro di queste partite il Palermo le giocherà fuori casa, con Licata, Savoia, Acireale e Troina. Solo il Giugliano verrà a Palermo. Si dirà che proprio fuori casa il Palermo rende meglio, per le sue caratteristiche tattiche, ed è vero. Ma ognuna di queste si annuncia come una battaglia, specialmente quella col Savoia, non soltanto per motivi tecnici, ma piuttosto ambientali. La gara di Torre Annunziata sarà un vero snodo della stagione, anche per il morale delle due squadre, e occorrerà arrivarci con un margine di sicurezza. Prima ci sarà la trasferta di Licata, tra le altre (ci sarà il Nola in casa e il Corigliano in trasferta), e non sarà semplice. Contemporaneamente, il Savoia giocherà un match altrettanto complicato contro l’Fc Messina, per poi affrontare Corigliano e Biancavilla.
VAMOS PALERMO MA…ANCHE LICATA
Domenica si giocherà una gara particolare, col Biancavilla, per le motivazioni che il tecnico dei gialloblù, Mascara, darà ai suoi: “Per me è sempre un derby”, ha detto l’ex rossazzurro alla vigilia. Testa e cuore al match del Barbera e soltanto dopo un occhio il Palermo riserverà al risultato di Torre Annunziata dove è atteso il Licata. Ecco, un successo della formazione agrigentina sarebbe gradito, anche perché getterebbe un bel secchio d’acqua gelata sul desiderio di rimonta dei campani.
PAROLA D’ORDINE: CHIUDERE I GIOCHI QUANTO PRIMA
Dopo le sfide con Palmese e Acr Messina, nelle ultime quattro giornate, poi il Palermo affronterà il Giugliano in casa e Acireale e Troina fuori, con in mezzo il Castrovillari al Barbera. Calendario complicato anche per gli oplontini, che avranno due derby campani di fila, in trasferta, a Nola e Giugliano, prima di due gare abbordabili con Palmese e Acr Messina, per poi chiudere con Troina e Acireale. Ma, a quel punto, l’auspicio è che il Palermo abbia già chiuso ogni discorso.