Il 18 febbraio 2019, esattamente un anno fa, il Palermo era secondo nella classifica di serie B, ed aveva una situazione economica disastrosa. Il presidente era Foschi, e amministratrice delegata la De Angeli avevano rilevato la società dagli inglesi di Sport Capital Group, e in cassa non c’era un quattrino. Però c’erano da pagare gli stipendi del bimestre novembre-dicembre e da saldare le ritenute Irpef e i contributi Enpals, per evitare una penalizzazione di 4 punti. E per una squadra che era in corsa per la serie A, questa penalità avrebbe sicuramente pregiudicato la scalata alla massima serie.
FOSCHI ALLA RICERCA DI SOLDI
Rino Foschi si era messo in moto da tempo per tentare di racimolare il necessario ed evitare la pesante punizione, e cercava nell’imprenditoria locale qualcuno disposto ad acquistare spazi pubblicitari. Alla fine riuscì a raggiungere un accordo commerciale con il gruppo Damir, impresa pubblicitaria facente riferimento alla famiglia Mirri, disposta a pagare 2,8 milioni di euro per la concessione della pubblicità nello stadio per i successivi quattro anni. Riferiti alla probabile serie A… Ma trattandosi di un accordo commerciale concordato con l’US Città di Palermo, è naufragato insieme a tutta la società.
DARIO MIRRI PRESIDENTE
Praticamente quello fu il primo contato diretto del tifoso di gradinata Dario Mirri con la società rosanero. Che nel tempo poi si è sviluppato, come sappiamo, fino a portarlo alla presidenza della Ssd Palermo. Intervistato oggi dal Giornale di Sicilia, quando gli è stato chiesto se riteneva che quei 2,8 milioni hanno contribuito a portarlo al vertice della società rosanero ha risposto: «Forse sarei entrato prima, chi lo sa. Di certo quei soldi li abbiamo messi per salvarli e non per perderli, speravamo che il Palermo potesse resistere per andare in Serie A e non morire».
RECUPERARE 2,8 MILIONI?
Quando il giornalista che gli ha ricordato che una parte di Palermo pensa, malignamente, che quei 2,8 milioni lui voglia recuperarli con il Palermo, Mirri ha risposto dicendo: «Io di milioni voglio recuperarne 28, se è per questo. Sono convinto che il Palermo venga dopo le big italiane, ed io e Di Piazza crediamo fortemente nell’internazionalizzazione. Se il Manchester City ha ceduto il 10% delle quote per 490 milioni di sterline, vuole dire che tutto il club vale quasi cinque miliardi. Mettiamo che il Palermo possa arrivare a valere un centesimo del Manchester City, parliamo comunque di 50 milioni se lo portiamo in A. Quei 2,8 milioni sono una perdita assodata».
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