Il clima è rovente, e l’attuale politica, impregnata di incertezze e sterili scontri ideologici non fa che gettare benzina sul fuoco. Un’Italia sempre più impoverita di valori umani, anche a Palermo mostra il volto, socialmente parlando, più odioso, quello del razzismo. Una guerra tra poveri, laddove lo straniero, che sempre più spesso avverte la percezione di non essere ben accetto, deve fare i conti con la crescente insofferenza dell’indigeno. Storie di frustrazioni, di vite svuotate, di esseri non più umani capaci, per puro passatempo, di accerchiare e malmenare un giovane di colore. E se nel caso del 20enne senegalese Kande, il movente razzista lo si poteva persino obiettare, lo stesso non si può dire riguardo l’aggressione di un commerciante del Bangladesh risalente a pochi mesi fa.
UNA REAZIONE SPROPOSITATA
“Sei un negro di merda devi pisciare al tuo paese. Pezzo di merda, sporco negro”. Parole che si commentano da sole e che non lasciano spazio a interpretazioni di sorta. E’ iniziata così l’aggressione razzista ai danni di un giovane dello Sri Lanka residente a Palermo la notte del 27 ottobre. Per la precisione in piazza Leonardo Sciascia, allorchè uno dei quattro giovani singalesi orinando sotto un albero, ha finito per scatenare la reazione di almeno quattro giovani palermitani. Una reazione spropositata, presto degenerata in una vera e propria caccia all’uomo. Non soddisfatti delle offese e del pugno in pieno volto, i nativi del capoluogo hanno inseguito le proprie vittime, intanto rifugiatesi in un minimarket gestito da un cingalese in via casella. Principale obiettivo di un pestaggio che ha finito per coinvolgere anche i connazionali suoi avventori.
SERVIZIO DI VIDEOSORVEGLIANZA DECISIVO
Ed è quì che, grazie alle riprese del sistema di videsorveglianza, si consuma la violenza più brutale. Ulteriore, triste pagina per la città di Palermo. Raggiunti da altri sette complici, armati di bastoni, mazze da baseball e sedie, i palermitani cominciano a colpire con ferocia i cittadini dello Sri Lanka. Uno di loro, trascinato a forza nel retrobottega è stato derubato di un anello in seguito recuperato dalla polizia. Prima di essere messe fuori uso dagli aggressori, sono state salvate dai poliziotti anche le telecamere.
I NOMI DEGLI INDAGATI
L’ indagine condotte dalla Squadra Mobile e dal Commissariato “Zisa-Borgo Nuovo” di Palermo ha permesso di risalire ai protagonisti. Ecco i nomi degli indagati. Si tratta di Gioacchino Terzo, 24 anni, Alessio Filippone, 30 anni, Francesco Gaita, 24 anni, Vincenzo Gulli, 19 anni, Carmelo Lo Verde, 24 anni, Marco Fortunato, 31 anni, Giovanni Lo Dico, 22 anni, Antonino Messina, 20 anni, Antonino Marchese, 34 anni, Ivan La Versa, 43 anni, Gabriele Orlando, 27 anni.