Tre punti meno della capolista (19), uno in più del Savoia (15): questo il cammino del Nola da quando è iniziato il girone di ritorno. Frutto di 5 vittorie (le ultime due delle quali per 4-1 in casa col Corigliano e a Biancavilla) 1 pareggio e 2 sconfitte, l’ascensore per i piani alti preso ultimamente dai bianconeri incute rispetto. All’indomani della scoppola di Licata, per il Palermo voglioso di riscatto un avversario che più scomodo non si può. Lo si è addirittura potuto percepire dallo stesso pensiero espresso da Montervino nel corso della trasmissione radiofonica La Zanzarosa. Calmo ma determinato, esattamente come in campo scenderà l’undici di Esposito. Perchè a questo punto del campionato, il vero spauracchio per le due battistrada, attente a scivolare il meno possibile, è rappresentato proprio da chi nulla ha da perdere.
MINE VAGANTI E TRAPPOLE
Mine vaganti, in sostanza. Proprio come i bianconeri, che al Barbera contro il Palermo vorranno ben figurare perchè “per molti dei nostri calciatori – ha affermato il Dg dei campani – questa rimarrà la gara da raccontare a figli e nipoti“. Una partita che si preannuncia combattuta e ostica su entrambi i fronti, con i rosanero fortemente speranzosi di poterla disputare davanti il proprio pubblico. Lo stesso che, come accaduto spesso quest’anno, ha letteralmente rappresentato il dodicesimo uomo in campo. In tal senso, in relazione all’allarme corona virus, si attendono direttive da parte degli organi preposti. La certezza – se lo è augurato lo stesso Montervino durante l’intervista -, è che persino gli ospiti preferirebbero esibirsi in un Renzo Barbera gremito. Ulteriore conferma di quanto, per il Palermo, la gara di domenica pomeriggio altro non sia che l’ennesima trappola piazzata lungo il percorso verso la promozione.
SCELTE DELICATE
Intanto, come strateghi, sia mister Gianluca Esposito che Rosario Pergolizzi sono intenti a pianificare la gara. L’uno, forte della ritrovata vena realizzativa del giovane Faella e dell’eterno Poziello, a 45 anni suonati il nonno di questa D, l’altro, quasi certamente indotto a riadottare il modulo che prevede la torre in attacco. Ma, in casa Palermo non è soltanto lì davanti che vanno scelti con cura gli interpreti, in quanto, a Licata, anche la mediana e la difesa hanno impensierito non poco. In questo rovente finale di campionato urge riscoprire il perduto carisma di Martin e di Martinelli. In quella delicata zona del campo l’apporto di fosforo e sostanza del francese e dell’ex Brescia diventa fondamentale. Così come in difesa ci si augura di non dovere assistere nuovamente agli strafalcioni di gente esperta quale Crivello e Lancini. Palermo-Nola in tal senso è uno snodo fondamentale.