A cavallo tra gli anni 80′ e 90′, indossando le casacche prima del Bari e poi dell’Ancona, a centrocampo Fabio Lupo era uno di quei calciatori capaci di lasciare il segno. Metteva a disposizione dei compagni intelligenza tattica, agonismo, tecnica ma anche gol il pescarese, divenuto, nei primi anni 2000 uno stimato direttore sportivo. Tanto stimato, nell’ambiente, da attirare le attenzioni di Maurizio Zamparini che, a giugno del 2017 lo volle fortemente in quel Palermo sedotto e abbandonato, durante una calda estate, dalla iena Baccaglini. La speranza, dopo la retrocessione in B, era quella di mettere su una squadra competitiva, capace di giocarsi il ritorno in A fino all’ultimo.
E così fu, anche se, il capolinea da ds del Palermo per Lupo arrivò improvviso come un fulmine a ciel sereno. Il 28 febbraio 2018 la comunicazione della società, dal diretto interessato definita quantomeno illogica “perchè giunta dopo una vittoria in casa per 4-1 e con una classifica che dice che siamo a tre punti dalla promozione. Credo sia un record”.
LE LUNE DI ZAMPARINI
Ed è a distanza di due anni che, l’attuale ds del Venezia, intervistato dalla Zanzarosa, torna sull’argomento.”Se mi chiedete cosa possa essere successo – attacca Lupo – vi rispondo semplicemente che me lo domando tutt’oggi. Non si tratta tanto di attribuirsi meriti personali. Il punto è che in quel Palermo si era venuto a creare l’equlibrio ideale per proseguire al meglio la stagione. C’erano tutti gli ingredienti per fare bene, solidità di spogliatoio e buona resa sul campo della squadra. Stazionavamo nelle zone alte della graduatoria a soli tre punti dalla promozione. Insomma – prosegue Lupo -, una decisione che mi dispiacque non tanto a livello personale quanto per l’ottimo lavoro svolto a trecentossessanta gradi. Devo dire che l’amaro epilogo di quella stagione mi ha dato ragione.”
UNA COSA E’ LA D UN’ALTRA LA C
Oggi il Palermo ha voltato pagina, forte di una proprietà autoctona che sta dimostrando serietà e determinazione nell’ottica del raggiungimento dei risultati. “Nonostante la testa sia oggi tutta per il Venezia – ammette Lupo -, parte del cuore non può che essere per i rosanero. Butto un occhio sulle sorti del Palermo, squadra di una grande città che deve assolutamente tornare a recitare da protagonista nei campionati che gli competono”. Per farlo, ci vuole programmazione e tanta ma tanta pazienza. E’ chiaro. Parma prima, Bari e Monza oggi, piazze equiparabili per tradizione calcistica a Palermo, dimostrano che per recitare da protagonisti in C bisogna intervenire sul mercato in maniera importante. Non c’è nulla da stravolgere – suggerisce Lupo – perchè i giocatori più validi vanno mantenuti, ma di certo una cosa è la serie D un’altra è la C. E comunque sono argomenti che l’ottimo staff dirigenziale in seno alla società saprà affrontare al meglio”.
CONSIGLI PER “RF7”
A tal proposito non si può non citare Roberto Floriano, fresco della tripletta inflitta al Nola. L’ultimo a riuscire nell’impresa fu un certo Igor Coronado, fantasista brasiliano che Fabio Lupo portò in rosanero direttamente da Trapani. “Palermo ama giocatori capaci di infiammare la folla. Floriano lo è. Ma come è dovere della proprietà fare il possibile per trattenerlo, altrettanto lo è quello del calciatore di meritarsi una piazza eccezzionale come quella palermitana”.