Gli appassionati del mondo nerd riconosceranno certamente il nome del fumetto/film preso ad esempio per descrivere la situazione che il Coronavirus ha creato nella popolazione italiana. In “Capitan America – Civil War“, il gruppo dei supereroi, alleati nella congrega degli Avengers per ribatterere le minacce mondiali, si schiera in due fazioni contraddistinte (e rivali) rispetto ad un problema molto importante. Da una parte il team di Capitan America, il super soldato patriota che brandisce lo scudo rotante mentre dal lato opposto il team di Iron Man, il geniale filantropo noto ai più con il nome di Tony Stark. Due interpretazioni diverse del medesimo guaio. Ecco, nel nostro Paese, anche a Palermo, si sono create due differenti correnti di pensiero rispetto alla malattia arrivata dalla Cina: gli allarmisti ed i pressapochisti, coloro che minimizzano questa pandemia.
E TU, DA CHE PARTE DELLA “CIVIL WAR” STAI?
Se non è una Civil War, poco ci manca. Sul ring della quotidianità si affrontano, a suon di argomenti ed insulti, due diversi approcci rispetto al Coronavirus, la pandemia asiatica che si è velocemente diffusa in Europa ed Italia. Ci sono gli allarmisti ed i pressapochisti. E come ogni esagerazione, entrambi probabilmente eccedono nello sviluppo della loro idea. V’immaginate due palermitani a confronto mentre discutono, poco amichevolmente, del Coronavirus? Ecco, la scontro dialettico probabilmente finirebbe in questo modo qui. Ah, in questo caso Iron Man è il pressapochista.
“Hey, Iron Man! Scusami per il ritardo ma sono dovuto andare in farmacia e a fare la spesa!”
“Ciao Cap! Come mai ci hai messo tutto questo tempo?!”
“Eh, questo Coronavirus è pericoloso! Non si sa cosa ci aspetta. Ho provato in farmacia almeno ventisette flaconi di disinfettante diverso. L’Amuchina ormai è introvabile ed io mi sento esposto. Poi al supermercato ho preso 20kg di pasta, almeno se prendo il virus sono sistemato..”
“Ma smettila! Ma non vedi che sei paranoico?! Questa è una semplice influenza! Non capisco proprio perché hanno chiuso tanti locali. Non è mai successo prima. Eppure è un’influenza. Siete ridicoli. Niente abbracci, niente baci, niente locali. Moriremo di noia, invece che di Coronavirus!”
“Ma scherzi?! Sei un incosciente! Stai sottovalutando questa pandemia. È pericolosa e ti stai ponendo male. Sei anche egoista: potresti passarla a soggetti a rischio! Vergognati!”
“Io non sono paranoico come voi! Anzi, ti dirò di più: continuerò a svolgere la mia vita come al solito. Ma quale Coronavirus!”
Il resto della conversazione conterrebbe epiteti poco signorili, accuse reciproche e tanto nervosismo. Perché in questo periodo così complicato, i nervi saltano a tutti. Molto facilmente. Ma chi tra i due ha ragione? Chi dovrebbe vincere questa Civil War?
IL BUONSENSO. ECCO IL NOSTRO AUSPICIO
Tra allarmismo e pressapochismo, noi tifiamo per un “terzo partito“. Quello del buonsenso. La minaccia è, ovviamente, reale e tutte le precauzioni per limitare il contagio pandemico devono essere scrupolosamente adottate. Da chiunque. Non tanto per la pericolosità del virus (che tra l’altro ha mietuto diverse vittime) ma per evitare il collasso delle strutture ospedaliere che, oberate di pazienti, potrebbero andare in serissima difficoltà. E se un ospedale cede alla crisi, i malati passeranno un brutto quarto d’ora. Dall’altra parte, l’allarmismo può portare ad atteggiamenti davvero esagerati, senza senso. Supermercati svuotati delle provviste, utilizzo improprio di mezzi “anti-contagio” inutili o di fortuna e fughe pericolose, vedi Milano, dalle zone più bersagliate dal Coronavirus per tornare, stupidamente, nel luogo di nascita.
Il buonsenso. Questo sconosciuto, almeno in Italia. Tra insulti, bagni d’Amuchina, razzie di supermercati, mascherine, decreti, viaggi evitabili, ironie sbagliate, leggerezze comportamentali e minimizzazioni dei fatti, il buonsenso viene messo a dura prova. Forse muore, e non di Coronavirus. Ma di ignoranza ed esagerazioni. Nella Civil War portata da questa malattia, nessuno dei due schieramenti dovrebbe vincere sull’altro. Servirebbe una fusione d’intenti, di corpi. Come in Dragon Ball. Perché è vero: esistono due correnti di pensiero che affrontano l’argomento in modo completamente differente ma il problema, comunque, resta il medesimo per entrambi gli schieramenti…
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