L’inerzia era quella giusta, tendente verso l’alto grazie alle sei vittorie ottenute nelle ultime sette giornate di campionato. E paradossalmente, la stessa sconfitta di Licata, seguita dalla grande prova casalinga contro il Nola, aveva contribuito a certificare l’assoluto buono stato del Palermo. Un gruppo compatto e più vivo che mai, capace di rialzarsi da quello che il Savoia sperava potesse essere un Ko tale da innescare un nuovo periodo in chiaro scuro dei siciliani. Niente da fare, i rosanero, incuranti di chi, assiduamente, dall’inizio del campionato non fa che sottolinearne le pecche legate al modo di giocare, contro i bianconeri campani avevano ripreso la loro corsa verso la gloria. E in tal senso, riguardo la trasferta di Corigliano Calabro, la netta percezione era quella di uscire vincitori, in modo da poter programmare in tutta serenità la ripresa del campionato dopo la sosta per il Torneo di Viareggio.
IL NEMICO INVISIBILE CHE RISCHIA DI DISTRARRE I ROSA
In agguato però, pronto a rovinare i piani del Palermo ma non solo c’era il più insospettabile, insidioso, fastidioso dei problemi. Piccolo, anzi micorscopico come un virus che di nome fa corona, ma tanto forte da sconquassare l’intera vita sociale di una Nazione. E fu così che, tra i tanti luoghi di aggregazione divenuti off-limits per cercare di contenere i contagi, gli stadi, che tali lo sono per antonomasia, sono stati chiusi ai tifosi. Nel caso della serie D, la federazione ha addirittura optato per lo slittamento di tutto il calendario. Per il Palermo uno scenario inedito, del quale prendere atto in maniera coscienziosa e responsabile vista la sfera di pertinenza medica. Ma al contempo una situazione che ha fatto storcere la bocca all’intero ambiente rosanero, Mirri in primis.
MIRRI CUORE DA TIFOSO
“Dobbiamo metterci in testa che dopo la sospensione inizierà un nuovo campionato di 8 gare e, di fatto, si ripartirà da zero. Gli effetti positivi delle ultime settimane azzerati”. Un discorso, quello del presidente del Palermo che non fa una grinza e che tradisce innanzitutto l’amarezza propria del tifoso e solo dopo quella dell’imprenditore. La rabbia profonda di chi teme che il proprio giocattolo possa perdere il filo del discorso, prevale sul, legittimo, rammarico per gli eventuali mancati introiti di uno stadio a porte chiuse. Bisogna continuare ad allenarsi, sul piano tecnico, tattico e atletico ma anche se non soprattutto su quello del morale e delle motivazioni.
CRIVELLO INDICA LA STRADA
Lo dice il presidente e gli fa eco Roberto Crivello, baluardo della difesa del Palermo.“Bisogna continuare a lavorare con la stessa attenzione anche se non si gioca, per essere pronti quando si tornerà in campo. Contendenti? Siamo a +7 sul Savoia e dobbiamo cercare di mantenere il distacco quando andremo a giocare lì, ma a prescindere non sarà la partita decisiva”.