“Se il virus dilaga, in Sicilia il sistema va in crisi”

Se l'epidemia di coronavirus dovesse dilagare il Sicilia ci potrebbero essere problemi, perché il sistema sanitario non è preparato

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In Sicilia si spera che prima del coronavirus arrivi l’estate: l’alta temperatura potrebbe arginare l’avanzata del Covid-19. Se così fosse davvero, si tratterebbe di una specie di corsa contro il tempo, perché già si sa che altrimenti l’attuale sistema sanitario dell’isola non potrebbe sostenere un contagio massiccio.

I NUMERI

Il quotidiano “La stampa” scrive che i numeri dicono tutto. La Sicilia, afferma il giornale di Torino, è impreparata: se il virus dovesse dilagare il sistema andrebbe in crisi. Ci sono solo 257 posti letto nei diciassette reparti di Malattie infettive siciliani, di cui 58 «a pressione negativa», quelli che garantiscono l’isolamento. Mentre sono 362 i posti in terapia intensiva, dei quali 21 destinati all’emergenza coronavirus. Se si considera che il 10 per cento dei malati ha bisogno di un ricovero in terapia intensiva, e circa il 50 per cento di assistenza in ospedale, i conti sono presto fatti. Gli ospedali non potrebbero rispondere a una ipotetica replica del focolaio lombardo.

LA SITUAZIONE ATTUALE

Attualmente in Sicilia sono 35 le persone risultate positive, 11 più di ieri. Risultano ricoverati 8 pazienti (tre a Palermo, tre a Catania, uno a Messina, uno a Caltanissetta, ma proveniente da Agrigento) di cui nessuno in regime di terapia intensiva, mentre 27 sono in isolamento domiciliare. Risulta guarito, dopo il test di conferma eseguito nelle scorse ore, un paziente del ragusano. Mentre dopo ulteriori approfondimenti il paziente ricoverato ieri ad Enna è risultato negativo ed è stato dimesso. Dall’inizio dei controlli, i laboratori regionali di riferimento (Policlinici di Palermo e Catania) hanno effettuato 643 tamponi, di cui 598 negativi e 10 in attesa dei risultati.

NESSUN CASO AUTOCTONO, TUTTI DA “IMPORTAZIONE”

Il fatto che tutti i contagi registrati in Sicilia sono da “importazione”, cioè riscontrati su persone collegate al Nord Italia, e nessun caso autoctono, non lascia molto tranquilli. Dopo la chiusura degli atenei e delle scuole, molte centinaia di studenti e lavoratori fuori sede sono rientrati a casa dal Nord con treni, navi, pullman e auto, mezzi sui quali non è stato predisposto alcun controllo, come invece accade per gli aerei.

ARRIVANO 110 POSTI IN TERAPIA INTENSIVA E 100 MEDICI

L’assessore alla salute della Regione Siciliana Ruggero Razza, in alcune dichiarazioni ha assicurato che entro la fine del mese saranno disponibili altri 110 posti in terapia intensiva, e che saranno raddoppiati i posti disponibili nei reparti di Malattie infettive. Basteranno? E arriveranno davvero altri cento medici, 250 infermieri e 80 operatori come ha assicurato l’assessore? Non resta che sperare.

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