La città di Palermo, con i suoi quasi 700 mila abitanti è grande e per questo motivo attendersi l’obbedienza di tutti alle disposizioni governative riguardo l’invito di stare a casa è utopia. Ma anche no. Perchè se a contrastare il diffondersi del coronavirus c’è riuscita Whuan, megalopoli cinese da 11 milioni di abitanti, qualche domanda bisogna pure porsela. A quanto sembra, gira e rigira, il problema rimane sempre e solo di carattere culturale. Nel formicaio orientale, complice il decisivo pugno duro dello Stato, anche gli ignoranti sono stati indotti a più miti consigli. Tali da rendere praticamente impensabile assistere, impunemente, a ciò che è successo, succede, e, c’è da starne certi, succederà in varie zone della nostra città.
CONTRO LA COMUNITA’
Sintomatico, ancor più dell’ormai famoso runner fermato dalla polizia a Mondello, è ciò che è avvenuto stamani presso il quartiere Sperone. Una partita di calcetto, organizzata nonostante l’ormai capillare appello contro il coronavirus, diffuso senza soluzione di continuità da tutti gli organi di stampa ma non solo. Un atteggiamento che definire soltanto irresponsabile è un eufemismo. Un modo di agire e di pensare che tradisce la profonda mancanza del rispetto per la comunità, tipico di tantissimi palermitani. Lo stesso che porta a curare il proprio giardinetto assolutamente indifferenti a ciò che gli sta attorno. Soltanto che questa volta non si tratta della cartaccia gettata per la strada anzichè nel corridoio di casa propria, bensì della salute di tutti. Genitori, mogli e figli compresi degli stessi “eroi” intenti a rincorrere un pallone in quel campetto della periferia sud orientale di Palermo.
DENUNCIARE PER IL BENE DI TUTTI
Sono diversi i nuovi casi di coronavirus nella zona del palermitano. Uno a Balestrate e un altro a Capaci, mentre è in fase di monitoraggio un caso sospetto a Lascari . E poi ci sono i casi all’ospedale Cervello e quello al call center Almaviva. Praticamente un monito: il Covid-19 c’è, in minor misura rispetto a tante altre zone d’Italia ma c’è. L’unico modo di tenerlo a bada è quello di attenersi ai consigli di restare chiusi in casa. Ma ce n’è un altro che risulta altrettanto prezioso: avvisare le forze dell’ordine, immediatamente, qualora si dovesse riscontrare una violazione di quelle che altro non sono che regole salvavita. Così come, in maniera ligia ha fatto chi ha dato l’allarme per la partita di calcetto dello Sperone. Anche questa, in fondo è democrazia. Viceversa diventa del tutto fine a ste stesso se non addirittura insignificante ogni tipo di flash mob.