Coronavirus: quanto resiste su scarpe, asfalto, acciaio e altro?

Invece che credere alle fake news, sulla resistenza del coronavirus sui materiali è meglio fidarsi delle indicazioni degli esperti

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Quanto resiste il coronavirus sugli oggetti? Ma soprattutto, per quanto tempo resta in grado di infettare? Le risposte arrivano da un nuovo studio americano, che si è concentrato proprio sul coronavirus responsabile di Covid-19. Si scopre che i materiali più inospitali sono risultati il rame e il cartone, mentre per un completo azzeramento dell’infettività sulla plastica ci vogliono ben 72 ore.

ECCO I RISULTATI

Lo ha verificato in laboratorio un gruppo di ricerca coordinato dai National Institutes of Health (Nih) americani con la partecipazione dell’Università di Princeton e dell’Università della California. I risultati sono pubblicati su medRxiv, il sito che permette di condividere gli articoli scientifici di medicina che devono ancora essere sottoposti a revisione prima della pubblicazione su una rivista ufficiale.

Hanno così scoperto che il virus resta attivo fino a 4 ore sul rame e fino a 24 ore sul cartone. La sua vitalità si prolunga addirittura fino a 72 ore su plastica (polipropilene) e acciaio inox. Ma questi materiali fortunatamente sono più facili da pulire e disinfettare. Lo studio precedente su altri coronavirus aveva infatti sottolineato come ci si possa disfare della loro presenza. Si possono usare disinfettanti con etanolo al 62-71%, acqua ossigenata allo 0,5% o ipoclorito di sodio allo 0,1%.

SCARPE E ASFALTO

Sta girando sui social un audio in cui si suggerisce di utilizzare un solo paio di scarpe per uscire. Con l’invito a lasciarle fuori dalla porta di casa una volta utilizzate perché il virus riuscirebbe a rimanere vivo per 9 giorni sull’asfalto. Il virologo dell’università Statale di Milano Fabrizio Pregliasco spiega: «È vero, il coronavirus può sopravvivere qualche giorno. Ma lo ribadiamo, con una carica virale irrisoria. Lo sporco, creando un biofilm, fa da barriera protettiva a virus e batteri. Il grasso della sporcizia, quindi anche quella che troviamo per strada, crea l’ambiente ideale per i virus, compreso Sars-Cov2. Ma parliamoci chiaro: è molto improbabile che si calpestino droplets infetti di qualcuno che ha tossito o starnutito per strada e che poi si tocchi con le mani la suola delle scarpe per poi mettersi le mani nel naso o in bocca».

I VESTITI

Invece, per quanto riguarda i vestiti, queste sono le considerazione degli esperti: «Anche qui non esageriamo con le paure. Se proprio uno si vuol sentir sicuro può esporre il giaccone all’aperto, ma mi pare una precauzione superflua. Per far sì che ci sia una contaminazione qualcuno dovrebbe aver lasciato le famose goccioline sul cappotto che poi io tocco con le mani, che mi porto in bocca… Già mi sembra improbabile, ma se mai dovesse avvenire è perché mi sono avvicinato troppo a qualcuno e oggi è raccomandato di mantenere un metro di distanza».

I CONSIGLI DEGLI ESPERTI

Gli esperti, per limitare i rischi del coronavirus, concludono continuando con i consigli: «In ogni caso noi continuiamo con il solito mantra. Isolamento sociale, massima igiene delle mani e delle superfici (ricordiamo che il virus è completamente inattivato da acqua e sapone e da altri detergenti) e evitiamo di toccarci (e farci toccare) il viso. Avremo modo di rifarci quando tutto questo sarà finito».


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