Tutti noi vorremmo debellare il male dal nostro mondo. Malattie, carestie, guerre, pandemie, calamità, terrorismo, morte: tutte cose che provocano nell’essere umano grandi sofferenze. Perfino il solo pensare a queste parole ci fa stare male.
RINTANATI COME TOPI
Oggi il mondo intero si trova a dover fronteggiare questo nemico invisibile che è il Covid-19, meglio conosciuto come coronavirus, re incontrastato di questo mese di marzo, despota, spietato, cattivo, che sta terrorizzando anziani, adulti e bambini, costringendo tutti a rintanarci, come topi, nelle nostre case. Tutti i mali non vengono per nuocere, dice un antico proverbio, ma questo sì, sta seminando terrore e morte. In pochi giorni ci ha sconvolto la vita, le abitudini, il lavoro e sta disintegrando l’economia di molti Paesi, come quello italiano che, dopo la Cina, è il più colpito. Ma anche se nessuno gli dirà mai grazie, soprattutto per le migliaia di vite umane che si sta portando via, potremo, quando tutto sarà finito, trarre insegnamento da quanto stiamo vivendo.
IL RISPETTO DEL PROSSIMO
Il virus ci insegna che dobbiamo avere paura di ció che è invisibile. Fino ad oggi ce ne siamo fregati e siamo andati a lavoro o abbiamo mandato i nostri figli a scuola con la tosse o col naso che scolava come un rubinetto. Talvolta anche con la febbre. Impariamo ad usare le mascherine anche in tempo di “pace”, impariamo a rispettare i nostri colleghi, i nostri compagni, i nostri amici. E se la mascherina non basta, restiamo a casa. Non crollerà il mondo se perderemo due giorni di attività. Basterà ripensare a questa quarantena infinita che stiamo vivendo e un piccolo stop ci sembrerà una passeggiata.
LA FAMIGLIA E GLI ANZIANI
Questo infame coronavirus sta portando via con se moltissimi anziani. Quante preghiere, quante raccomandazioni leggiamo sui social in queste ore: sono loro i più esposti, proteggiamoli. Quanta paura per i nostri genitori e per i nonni o gli zii settantenni, ottantenni, novantenni. Ricordiamolo quando potremo uscire di nuovo e facciamo in modo che i nostri vecchi non si possano mai più sentire soli o un peso per la nostra società. Semmai facciamogli capire che sono esempi da seguire e da ascoltare, memoria ed esperienza, per noi e per i nostri figli.
E quando tutto sarà finito non perdiamo il senso della famiglia. Ritroviamo un po’ di tempo per stare assieme. Facciamo più spesso il pane in casa, l’amore con le nostre mogli o con i nostri mariti, guardiamo più film assieme, partecipiamo di più alle pulizie della casa, passiamo più tempo con i nostri figli, giochiamo con loro. E rispettiamoci.
IL PAESE DEI FURBETTI
Quante file ordinate ai supermercati per paura del coronavirus: ripensiamo a quanto siamo stati bravi quando ci verrà voglia di scavalcare il turno alla posta o di chiamare “l’amico” per eludere lunghe attese negli uffici o negli ospedali. La nostra furbizia, ancestrale, usiamola per migliorare il Paese, soprattutto quando siamo alla guida, in mezzo al traffico, e faremmo di tutto per stare davanti a chi ci precede. Ordine e disciplina, sono insegnamenti che la natura, tramite questo brutto virus, sta tentando di darci.
CITTÀ SPORCHE
L’igiene che stiamo mantenendo in questi maledetti giorni, facciamo che non sia temporanea. Estendiamola al mondo che ci circonda, peró, e non teniamola circoscritta nelle nostre case. Facciamo la differenziata, manteniamo pulita la città ed evitiamo di inquinare il mare, le campagne, le strade, abbandonando rifiuti qua e là.
MUSICA DAI BALCONI
Questa malvagia pandemia ci sta insegnando che vivere da soli fa schifo. Sono bastati pochi giorni di isolamento a causa del coronavirus per riversarci tutti nei balconi a cantare e a ballare. Abbiamo bisogno del prossimo, abbiamo un disperato bisogno di contatto umano. E questi giorni di isolamento ce lo stanno insegnando. Ricordiamolo quando tutto sarà finito. Siamo animali sociali, impariamolo una buona volta e per tutte: solo insieme si puó fare tanta strada e si possono sconfiggere le paure per i mali del mondo. Quando tutto sarà finito abbracciamoci e sbracciamoci per far ripartire il nostro Paese, senza nord e senza sud, uniti dal nostro inno e dalla nostra bandiera.
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