Il ventiseienne Giovanni Colombo il 14 marzo del 2019 uccise Antonino e Giacomo Lupo in via Rocky Marciano. Il giovane confessò, raccontando di aver reagito ad un raid punitivo.
I FATTI
Il giovane è stato condannato a 20 anni di carcere per il duplice omicidio allo Zen 2 di Palermo. Le vittime furono Antonino e Giacomo Lupo, padre e figlio. Colombo aveva confessato subito dopo. Il giudice ha inflitto una pena mite, rispetto a quella inizialmente voluta dalla Procura che chiedeva l’ergastolo, per l’accoglimento parziale delle tesi dell’avvocato Corrado Sinatra, difensore dell’imputato. Sono state ritenute insussistenti le aggravanti quali la premeditazione, la crudeltà ed i futili motivi. L’assassino il giorno dopo si costituì e consegnò l’arma del delitto alla squadra mobile. La versione di Colombo, alla fine, è quella che risulta essere più credibile.
LA VERSIONE DELL’IMPUTATO
Il fatto sarebbe esploso per uno sguardo di troppo alla compagna di Francesco Lupo, figlio e fratello delle vittime. Questo sarebbe stato il motivo per attuare un raid punitivo. Il giovane racconta di essersi trovato sotto casa una sessantina di persone armate di mazze e spranghe. Da lì, la decisione di impugnare la pistola e aprire il fuoco contro i Lupo, che ha rincorso per diversi metri. Colombo dichiarò “è stata una follia, ma o morivano loro o morivo io”, dunque non avrebbe avuto scelta. Esclusa la pista della droga, gli investigatori hanno, infine, creduto alle parole dell’imputato. Le indagini sono state prive di riscontri a causa dell’omertà nel quartiere.
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