Dalla produzione di borse, zaini e costumi idrorepellenti per il mare, a quella di mascherine per proteggere dal più insidioso dei virus. Se glielo avessero prospettato prima dello scoppio della pandemia da Covid-19, con tutta probabilità Paolo Puglisi avrebbe risposto con la più grassa delle risate. E invece è tutto vero, altro che trama da film catastrastrofico post apocalittico. Lui, libero professionista palermitano, esperto nelle impermeabilizzazioni di tetti, piscine, laghi, vasche potabili e non, oggi si ritrova a proteggere le mucose della gente dal coronavirus.
UN MATERIALE IDEALE
Intervistato da Palermo Live, il fondatore, assieme a Massimo Chirchirillo della Sea Land, azienda nata a Trabia con l’obiettivo di far portare gli oggetti in mare senza che si bagnino (grazie alla tenuta stagna dei tussuti, evitando così di lasciarli incustoditi in spiaggia), ci spiega la camaleontica trasformazione.”Non si tratta tanto di un cambiamento quanto di un adeguamento ai tempi drammatici che stiamo vivendo a causa del coronavirus. Avendo un’esperienza trentennale in questo campo – confida Paolo -, abbiamo cercato di aguzzare l’ingegno utilizzando il TNT, il cosidetto tessuto non tessuto. Le sue caratteristiche di idrorepellenza, di resistenza a temperature basse ed anche elevate e di morbidezza si sono rivelate ideali per la realizzazione delle mascherine“. Ma dal momento che non ci è ancora chiaro il meccanismo di protezione, Paolo, paziente, provvede a spiegarcelo in maniera più semplice.
FORNITURA GRATUITA
“Come fai a capire se il prodotto è buono e dunque utile alla causa? Immagina di soffiare o emettere aria a venti centimetri da uno specchio: di norma non si deve appannare. Bene, il materiale per le mascherine non fa neanche passare l’acqua, ma al contrario, soffiandoci da sotto con un compressore l’acqua arriverebbe a ribollire. Questo per rendere l’idea della capacità protettiva dal coronavirus del TNT utilizzato come mascherine .Abbiamo ricevuto complimenti da chi le ha già utilizzate – ci confida Paolo – proprio perchè, a differenza di altre permettono di respirare con grande facilità. In questo momento, in cui si registra un’allarmante penuria di tali presidi fondamentali, le vogliamo fornire in forma totalmente gratuita. Ciò che chiediamo, non essendo sovvenzionati da nessuno, è soltanto un’offerta libera per contribuire all’acquisto del materiale”.
COMINCIANO A FIOCCARE LE RICHIESTE
Constatandone la buona riuscita, dopo avere richiesto campioni di tessuto alle aziende di riferimento, previo investimento la Sea Land ha già ordinato altri rotoli.”Per adesso, lavorando a pieno regime, la produzione di mascherine si attesta ad un massimo di duecento giornaliere. Chiaro che, se la cosa dovesse prendere piede – continua Paolo -, e dovessero giungerci ordini, saremmo pronti a valutare soluzioni tipicamente imprenditoriali. Intanto, sono orgoglioso del fatto che delle nostre mascherine si sono giovati i carabinieri e che altre venti, grazie al contatto di un’amica domani saranno spedite presso il Ministero. Richieste ci sono giunte anche da Ivrea. Per adesso, il nostro obiettivo è quantomeno quello di proteggere dal contagio del coronavirus la comunità trabiese. Immaginate un pò cosa significherebbe la diffusione del virus in una cittadina come quella nostra. E anche se poco importa, a chi gli fa notare la gradevolezza estetica delle mascherine, con una punta d’orgoglio Paolo rivela:”Grazie, ma essendo un’azienda che produce accessori d’abbigliamento, la cura di questo aspetto l’abbiamo nel nostro dna“.