Poche, pochissime parole ma tanta, tantissima sostanza. E’ quando ti ritrovi a intervistare gente dal cuore immenso come Sabrina Ciulla che, per un attimo o anche di più, ti senti un lillipuziano al cospetto di Gulliver. Perché ciò che fanno per i senza tetto i volontari non ha prezzo. Ancor più quando, per dare una mano, in tempo di coronavirus si mette a serio repentaglio la propria salute. Roba da giganti, esattamente alla pari di quegli eroi in camice e mascherina che, quotidianamente, combattono negli ospedali per salvare vite. Raggiunta da Palermo Live, quello della presidente, tra le altre cose, dell’associazione per la tutela dei minori “il mio amico Andrea”, è un vero e proprio sfogo.
L’ANIMA DEGLI INVISIBILI
“Per fare toccare con mano, e sensibilizzare il più possibile la gente sulla triste realtà della gente povera, domenica ho fatto una diretta. Tramite la ripresa ho prestato i miei occhi a tantissime persone – ci racconta Sabrina -, ricevendo centocinquanta commenti oltre a tantissime visualizzazioni. A causa della pandemia in atto, c’è molta più paura oltre a un bisogno di aiuto cresciuto in maniera esponenziale. La gente che disgraziatamente non può godere di un tetto sopra la testa, davanti a una società in perenne corsa è spesso invisibile. Ma, come tutti quanti si tratta di persone che hanno un’anima, in questo momento desiderose più del solito di una parola, di un abbraccio e di una stretta di mano. Il loro grazie, adesso ha un suono diverso”.
CLOCHARD E PARADOSSI
Pur non valendo per tutti, il desiderio di poter contare su un ricovero dove trascorrere le giornate al riparo dal pericolo di contagio appartiene alla stragrande maggioranza.“Il fatto che tra questa gente non si sia ancora verificato un caso di positività non è casuale. Sembra un paradosso – confessa Sabrina a Palermo Live- dei nostri tempi dover constatare che i cosiddetti barboni sono al riparo dal coronavirus perché nessuno si sognerebbe mai di avvicinarli. Raccolgo testimonianze allucinanti, da restare basiti. Nell’attuale periodo di quarantena, il dover subire, da parte di tanti clochard, multe dalle forze dell’ordine per essere stati trovati per strada sembra pazzesco. C’è da dire – continua Sabrina – che i centri d’accoglienza sono al collasso, essendo diventati centri diurni aperti ovviamente h24. Se prima alle 7 del mattino bisognava lasciarli, adesso non è più possibile. Da quì la richiesta a noi volontari di gestire tutta questa massa di persone. Una situazione davvero molto complicata”.
IL CUORE NON VA MAI PRESO IN GIRO
Ma è in particolare quando le chiediamo se trova soddisfacente quanto stia facendo il comune per questa gente che Sabrina cambia il tono della voce.“Questo è un tasto dolente, come un vaso di pandora scoperchiato dal quale escono fuori tante, troppe magagne. La nostra associazione, nata sei anni fa, mancando di risorse necessarie non può avere potere d’acquisto. A tal proposito – rivela Sabrina -, grazie all’aiuto del vostro giornale e di Tony Di Piazza, siamo riusciti a fare grandi cose. Di contro, vivendo in prima persona l’attuale stato d’emergenza, posso dire che non basta assolutamente l’iniziativa del Comune di Palermo. Segnalare le famiglie al banco alimentare, che a sua volta le segnala a noi, è un giro vizioso e poco concreto, volto soltanto a farsi belli agli occhi dei palermitani. Ma sappiano, i miei concittadini, che i volontari si muovono a titolo gratuito, privi di alcun tipo di sostegno. Quotidianamente – sospira Sabrina -, senza orario, per un’area comunale molto estesa qual è quella della città di Palermo”.
NON BASTA IL BANCO ALIMENTARE
C’è da chiedersi come mai, tanti impiegati della protezione civile stiano a casa così come non si sia attinto a fondi che potrebbero fare al caso dell’emergenza in atto.”Servendosi della nostra testimonianza diretta, il Comune di Palermo dovrebbe capire che non basta soltanto l’ausilio, per carità, preziosissimo del banco alimentare – dice Sabrina -. La gente deve potere contare su tanto altro, dai detergenti per l’igiene personale ai detersivi, dai pannolini ai presidi per chi ha patologie tanto per fare un esempio. Tutta roba di prima necessità che, almeno fino ad ora abbiamo provveduto a fornire noi grazie alla donazione del vicepresidente rosanero. Desideriamo soltanto, nel nostro piccolo, essere un modello virtuoso che possa ispirare chi sta in alto e può vantare maggiori risorse”.
UN MODELLO CUI ISPIRARSI
“In tal senso abbiamo anche creato un format – confida Sabrina a Palermo Live –, utile per potere rifornire con criterio le persone bisognose senza che si creino disparità. Inserendo l’Isee di ogni singola famiglia, e dopo avere lavorato le varie pratiche, tramite un sistema di geolocalizzazione si ha la mappatura utile per ottimizzare il lavoro di consegna della spesa. Lo stesso centro Astalli, ente a livello nazionale, con un atto di umiltà ci ha contattato perchè, apprezzando il nostro metodo operativo, vuole applicarlo dopo averlo spiegato. Basterebbe un lavoro integrato – commenta Sabrina – e ben congegnato per riuscire a operare in maniera più fattiva ed efficace”. Il messaggio al Comune è inviato, ma se manca la volontà qualsiasi discorso è inutile.