Terzo medico contagiato al Cervello: al lavoro dopo rientro da Indonesia

Un ginecologo rientrato all'ospedale Cervello il 17 marzo dopo che aveva fatto una vacanza in un'isola indonesiana è risultato positivo

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All’Ospedale Cervello si deve riscontrare il terzo caso di un medico contagiato. Si tratta di un ginecologo che era rientrato il 17 marzo dopo che aveva fatto una vacanza in un’isola indonesiana. C’è da precisare che il medico si era correttamente autodenunciato al portale regionale, che in base all’articolo 7 del decreto Conte, gli ha dato il permesso per potere riprendere il suo posto in ospedale .

PER I SANITARI ASINTOMATICI NON PREVISTA QUARANTENA

La norma inserita nel Decreto Legge Coronavirus di qualche giorno fa, prevede infatti per il personale sanitario la quarantena solo in caso di sintomatologia respiratoria o test positivo. Per cui i sanitari asintomatici non devono assoggettarsi all’obbligo del periodo di osservazione. È imposto, comunque, l’uso dei dispositivi di protezione individuale per evitare un eventuale contagio. Nel caso del medico in questione, è stato sottoposto a tampone dopo quattro giorni dal rientro e due turni in ospedale già svolti, ed è risultato positivo. Per tutti i colleghi e infermieri del reparto del Cervello che si sono sottoposti a tampone il risultato è stato negativo. Rifaranno l’esame nei prossimi giorni.

CHIESTA LA MODIFICA DELLA NORMA

L’“Anaao Assomed”, l’Associazione Nazionale Aiuti Assistenti Ospedalieri, ha inviato una lettera aperta al presidente del Consiglio Giuseppe Conte e al ministro della Salute Roberto Speranza, che se accolta potrebbe evitare il ripetersi di casi come questo. Nella lettera viene chiesto di cancellare la norma inserita nel decreto legge Coronavirus di qualche giorno fa. In essa si prevede la “quarantena” per il personale sanitario venuto a contatto con casi confermati di malattia infettiva diffusiva solo in caso di sintomatologia respiratoria o test positivo.

IL DISSENSO DELL’ANAAO SULLA NORMA

Ecco il testo della lettera inviata dall’Anaao: “L’art.7 del Decreto-legge 9 marzo 2020, n. 14 dispone che i sanitari esposti a pazienti COVID-19 non siano più posti in quarantena, ma continuino a lavorare anche se potenzialmente infetti. La sospensione dal lavoro è prevista solo se sintomatici o positivi. L’Anaao Assomed non può esimersi dall’esprimere il più assoluto dissenso rispetto ai contenuti dell’art. 7, e a tal proposito sta presentando opportuni emendamenti in sede parlamentare. Il dissenso è legato al notevole aumento del rischio clinico, per il lavoratore e per i pazienti, data la grave e persistente carenza di DPI, di tamponi e il colpevole ritardo nell’eseguire e processare gli stessi”.


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