Di Matteo:”Padrini e complici potrebbero tentare imprenditori e istituzioni”

In tempo di coronavirus, a cedere alle lusinghe della mafia potrebbero essere i commercianti ma non solo. A temerlo l'ex pm di Palermo Nino Di Matteo

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Per molti, la notizia girata per i social era addirittura una fake news, per altri un allarme da non sottovalutare. Oggi, a fugare qualsiasi dubbio in merito, tramite una importante dichiarazione ci ha pensato Nino Di Matteo. Per l’ex pm a Palermo, oggi componente del Consiglio superiore della magistratura, durante l’emergenza da coronavirus a rischio ci sarebbero imprenditori che potrebbero cedere alle lusinghe della mafia che detiene liquidità.Ma in pericolo ci sono anche amministratori locali e politici che devono continuare a mantenere la schiena dritta”.

“PADRINI” IN AZIONE

Nel corso di un’intervista pubblicata oggi sul quotidiano La Repubblica, Di Matteo ha posto l’accento sull’allerta del vertice della polizia diramata ieri, dove si parla di un possibile coinvolgimento degli operatori economici da parte della criminalità organizzata. Secondo Di Matteo, “i padrini e i loro complici potrebbero aver già iniziato a contattare imprenditori e commercianti assaliti dalla crisi economica, offrendo ingenti disponibilità di liquidità, magari sotto forma di prestiti”. Un rischio che, secondo l’ex Pm di Palermo l’Italia non può permettersi.

Di Matteo, l’ex pm di Palermo, teme che la mafia possa approfittare del momento di debolezza di tanti commercianti siciliani ma non solo

PREZIOSI PROVVEDIMENTI GOVERNO CONTE

A tal proposito, per l’ex pm palermitano Di Matteo sono importanti i provvedimenti decisi dal Governo Conte in quanto volti ad aiutare“non solo le persone indigenti, ma anche i tanti imprenditori e commercianti che se non sostenuti rischiano più o meno consapevolmente di consegnarsi all’economia mafiosa”.

A RISCHIO LE ISTITUZIONI

Ma non solo, perchè il rischio è anche quello che a cadere nella tela del ragno possano essere gli amministratori e politici locali.“Le mafie potrebbero anche soffiare sul fuoco del malcontento per alimentare odio nei confronti delle istituzioni. Una ragione in più perché lo Stato giochi di anticipo e con più forza rispetto alle mafie”, ha detto Di Matteo a La Repubblica. Il componente del Consiglio superiore della magistratura ha riferito che si sta cercando di meglio organizzare il lavoro degli uffici giudiziari.